“Una delle tavolozze cromatiche più estese che la storia musicale abbia lasciato”
d. SCarLatti 100 sonates pour clavecin clavicembalo Pierre Hantaï 6 cd Mirare 720
La raccolta delle Sonate di Domenico Scarlatti eseguite da Pierre Hantaï nell’arco degli ultimi vent’anni circa si potrebbe liquidare come operazione di packaging se si trattasse di musica già ampiamente esposta come quella di Johann Sebastian Bach o Antonio Vivaldi, tuttavia, l’infinito multiverso creativo di Domenico - sempre uguale e sempre diverso - si giova proprio della possibilità di itinerari multipli, di esposizioni ripetute, di consuetudini diuturne. Il riascolto complessivo, e poi ancora e ancora, è opportuno come terapia di mantenimento per chiunque desideri riferirsi alla musica barocca come sublimazione dell’artigianato, come normalità della perfezione, come lusso alla portata di tutti ogni giorno. Sulle qualità virtuosistiche e di eloquio tipiche di Hantaï ci siamo spesi più volte: qui esse incontrano il repertorio d’elezione perché indicano traiettorie nello spazio-tempo (per esempio nelle Sonate K 535 e
K 260), evocano ambienti esotici (Sonata K 25), onirici (K 213), ammansiscono l’animo (K 212) o lo infiammano (K 18) tramite un raffinato gioco di contrazione e dilatazione delle tessiture, di ricamo ornamentale, di continuo trompe-l’oeil musicale che dall’economia dei mezzi del clavicembalo ricava una delle tavolozze cromatiche più estese che la storia musicale abbia lasciato.