La borsa della FELICITË
Come si diventa un marchio di riferimento? Lo racconta Lorenzo Braccialini, capo del marketing dell’omonimo brand
“Nella borsa c’è tutta la tua vita!”è la filosofia di Carla Braccialini. Come azienda Braccialini nasce nel 1954, quando Carla, assieme al marito Roberto, comincia a cucire la prima borsa. Bella ma soprattutto colorata, insomma diversa da tutte le altre. Un successo. Da allora sono passati più di 60 anni e Braccialini è diventato un marchio di dimensioni mondiali, presente in 50 Paesi, con 100 negozi monomarca (assieme al marchio Gherardini, altro vanto della Casa). Un crescendo che tradotto in numeri dice che negli ultimi 10 anni il fatturato è cresciuto di 8 volte, cioè quasi il 25% anno su anno. Mamma Carla, che intanto è diventata Cavaliere del Lavoro, è affiancata dai figli Riccardo, Massimo e Lorenzo. Proprio a lui chiediamo quali sono i segreti dell’entusiasmo che suscitano le creazioni Braccialini. “Il colore, la distintività, la sperimentazione, linee inusuali, improvvisare proporzioni inedite, una
materia prima eccellente, ma quello che davvero fa la differenza, che ci consente di presentare almeno 25 nuove linee a ogni stagione, è la grande flessibilità delle nostre maestranze, dei veri maestri artigiani capaci in un amen di passare dal modello classico al nuovissimo. Sono davvero in grado di creare tutto”. Quello che è bello dell’Italia? “È facile dire che l’Italia è bella, si mangia bene, ci sono i monumenti e gli edifici più belli del mondo, ma a me l’Italia che piace è quella Brava, con la B maiuscola. Gli italiani sono bravi, bravissimi in tutto quello che fanno: arte, artigianato, industria, chimica, medicina. Inventano e costruiscono, per dire, le macchine che producono e trasformano, la base di ogni prodotto. Quando vado a convegni internazionali scopro sempre aziende italiane che sono eccellenze nel mondo”. E la parte brutta? “La burocrazia. Che soffoca, ingarbuglia, complica. E la corruzione che compromette i sacrifici di molti a vantaggio di pochi sfruttatori. Spesso faccio l’esempio del fornaio che sforna pani eccellenti che, però, durante il percorso, dal forno alla vetrina, trovano chi ne spilucca un po’ e poi un altro e un altro ancora. Il risultato è che in vetrina ci arriva la metà del pane e per di più tutto rovinato… Un altro esempio è il turismo, potremmo essere i primi al mondo e invece siamo a metà classifica. Una vergogna”. Italia è anche luoghi amati... “Sono tanti quelli che fanno star bene. L’Umbria, un paesaggio che è un quadro permanente. Ma mi piacciono anche la Sicilia, il Conero, la Liguria, il Levante tutto, per non dire della Costiera Amalfitana, E poi le Dolomiti, vado spesso in Val Gardena, uno spettacolo E le Terme: ovunque siano, sono luoghi magici. Per ultimo cito Spello, una mia recente scoperta vicino a Perugia, un’immersione nel passato”.