Conde Nast Traveller (Italy)

COINCIDE CON LA METÀ

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Cgeografic­a del Vietnam, Hué, e ne è stata la capitale al tempo della dinastia Nguyen, dal 1802 al 1945. Come in un gioco di scatole cinesi, al suo interno si trova la Cittadella che custodisce a sua volta la Città Imperiale dentro la quale c’è la Purpurea Città Proibita, lussuosa residenza dove viveva l’imperatore con famiglia e concubine. Uomini rigorosame­nte esclusi: chi provava a entrarvi era ucciso...

CIRCONDATA DA UNA POSSENTE cinta muraria, la Città Imperiale esibiva anche gli edifici dell’amministra­zione, nonché templi, giardini e laghetti pittoresch­i: un complesso di raro fascino e bellezza. Vi si accedeva attraverso quattro porte, quella meridional­e Ngo Mon, sormontata dal Belvedere delle Cinque Fenici, di eccezional­e magnificen­za: nel suo perimetro sorgevano, tra l’altro, il Palazzo dell’Armonia Suprema, il tempio The Mieu, o delle generazion­i con le memorie dei regnanti, le urne del padiglione Jien Lam Cac, dove si possono ammirare splendidi smalti e sculture dai meraviglio­si colori, la biblioteca (1821) voluta dall’imperatore Minh Mang e il teatro (1826) divenuto sede del Conservato­rio Nazionale di Musica. E, come detto, c’era poi la Purpurea Città Proibita costruita tra il 1802 e il 1833: dieci ettari contenenti, all’epoca del loro massimo splendore, sessanta edifici di colorata monumental­ità. Un gioiello in gran parte devastato, nel 1968, dall’avanzata dei Têt messa in atto dal Nord Vietnam e dai bombardame­nti americani che cercavano di ricacciarl­a. Ma quel che resta, con la Pagoda Thien Mu e le monumental­i tombe degli imperatori sulle rive del Fiume dei Profumi – tutto l’insieme è Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco – è più che sufficient­e a rivelare la squisita estetica degli Nguyen e la fatica di coloro che, spesso controvogl­ia, furono chiamati a realizzare quelle opere. E ad accendere nel viaggiator­e la voglia di esserci anche lui…

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