Fuori dal tempo
Nel Guizhou, villaggi rimasti come secoli fa
MENTRE LA CINA CORRE VERSO IL FUTURO, una sua porzione è sospesa nel tempo e conserva un cuore antico che pulsa al ritmo dello scorrere dei fiumi e del susseguirsi delle stagioni, come secoli fa. È la regione del Guizhou, un territorio rurale costellato di piccoli villaggi dove scoprire la Cina più autentica, quella delle origini.
La sveglia • allÕalba, bussano alla porta. Hai dormito in un edificio di legno e la finestra dà su alture smeraldine e i nastri specchianti delle risaie. Nessuna auto, solo il rumore dei passi sul legno scricchiolante e la musica liquida del fiume. Sei a Zhaoxing, uno degli antichi villaggi nel Guizhou, in Cina. Un territorio grande poco più di metà Italia ancora non raggiunto dal turismo, dove in paesini incastonati tra colline, fiumi e foreste vivono alcune delle 55 minoranze etniche della Repubblica Cinese. Qui popoli come i Miao e i Dong hanno mantenuto integralmente uno stile di vita arcaico e rurale, conservando le tradizioni delle loro radici, così come gli ancestrali culti animisti e sciamanici. Nonostante la prossimità della dirompente e ricca Sichuan, quella di Guizhou è rimasta tra le province più povere, un aspetto che, probabilmente, finora, l’ha tutelata nella sua purezza. Altro elemento a proteggere questa straordinaria anomalia culturale è la morfologia del territorio, un altopiano delimitato da un anello di montagne alte oltre 2.000 metri che, con un’unica via d’accesso, la rendeva inespugnabile e punto militarmente strategico. A testimone
villaggi come Zhaoxing, Xijiang o Tun Bu, nel quale si rimarca l’origine guerriera Ming con leggende tramandate per generazioni e un’opera teatrale, Dixi, fatta di musiche e attori in maschera a narrarne l’epica e i codici dell’antica cavalleria. Altro spirito a Shidong, dove sono le donne a celebrarsi con una parata primaverile dai costumi multicolori e dai grandi copricapi scintillanti d’argento. Poi c’è Tangari con le sue Torri sull’Acqua, Dali con i tessuti indaco e Baisha, nella foresta, dove si balla tutti i giorni. Ognuno dei centri è un mondo a sé, con tradizioni e riti custoditi scrupolosamente, inscindibili dalla propria identità e dignità. Un’unicum che richiama i cinesi stessi a vedere e a capire qualcosa di più delle loro origini. Ma la grande Cina corre e nella capitale Guiyang già si ergono i primi grattacieli e c’è il “più grande progetto di riqualificazione” con un mall di 120.000 m². E di quel che ne sarà di questo patrimonio inestimabile tra le colline non si sa: forse queste sono tra le ultime foto di quel mondo antico; forse, si spera, prevarrà la consapevolezza che, senza radici, non si può volare.