I MAESTRI DELL ACCOGLIENZA
ERNESTO IACCARINO ha un carnet de voyage piuttosto fitto, grazie ai ristoranti di famiglia aperti in tutti i Continenti. E ai molti viaggi che lo portano a testare in prima persona i migliori hotel del mondo, da Hong Kong a Rio de Janeiro
Se penso al comfort di un hotel di città, penso alla Spa del Four Seasons di Hong Kong. Durante il massaggio, apri gli occhi e ti ritrovi Kowlon davanti. Uno spettacolo! E anche il resto dell’albergo offre la piacevolezza di ambienti di design contemporaneo in una palette di colori tenui molto avvolgenti e rilassanti.
A Parigi, ho di recente scoperto lo Splendide Royal, a due passi dagli Champs Elysées. Fa parte della Roberto Naldi Collection, con una chiara impronta Made in Italy nel decor, di un lusso di grande sobrietà ed eleganza, e nella cucina, del ristorante Tosca.
Tappe oltreoceano? A New York, di certo il Plaza, completamente rifatto ma con quell’allure vintage che è il suo valore aggiunto, e dal 1907, da godere a pieno nel salone da tè, davvero straordinario, affacciato su Central Park. Mentre in Brasile, a San Paolo, punterei sull’Emiliano (emiliano. com). Si trova nel quartiere di Jardins, ed è uno dei rari indirizzi di qualità della megalopoli che si possa definire “a misura d’uomo”, senza avere centinaia di camere distribuite in un grattacielo. Insomma, una sorta di casa-hotel a San Paolo.
A Rio de Janeiro, vince il Copacabana Palace (1), un vero evergreen, che non tradisce mai neanche i clienti più esigenti. Ti conquista con il suo fascino coloniale, così come fece con Hemingway e molte altre personalità. Nella città a più alta concentrazione di hotel del mondo, Dubai, ho provato di recente il Fairmont, fuori dal caos di Downtown, che però si vede da gran parte delle camere, e con quel gusto architettonico mediorientale misurato che non stanca mai.
On top alla mia lista, c’è The Connaught (2) a Londra, a Mayfair, per quel senso di storicità e di contemporaneità insieme che sa trasmettere. Anche senza prenotare una delle sontuose suite, o The Prince’s Lodge, con letto a baldacchino e amenità varie. Innegabile l’attrazione che poi ha su di me anche per i due ristoranti stellati, uno di Jean-George Vongerichten e l’altro di Hélène Darroze, tappe irrinunciabili in ogni viaggio da gourmand. Ultima chicca, la Aman Spa».