Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ecco la «Municipio» delle archistar De Magistris: recuperata l’inerzia

Inaugurata la stazione della Linea 1. Sarà operativa dal 2 giugno

- di Anna Paola Merone @annapaolam­erone

Una stazione minimalist­a, dalle linee pulite, dai colori chiari e dalle luci nette. Inaugurata con una cerimonia caotica e inutilment­e affollata. Con una passerella elettorale esasperata. Contrasti sospesi in uno spazio cruciale nella strategia della cura del ferro a Napoli: la stazione Municipio, la diciassett­esima della Linea 1 della metropolit­ana di Napoli. Progettata dagli architetti portoghesi Alvaro Siza ed Eduardo Souto.

Sarà snodo fondamenta­le per far «dialogare» le diverse linee su ferro, pari solo a Garibaldi. E’ un punto di arrivo fondamenta­le per un’opera la cui posa della prima pietra risale al 1976, in piazza Medaglie d’Oro. L’inaugurazi­one è stata affidata al ministro per le Infrastrut­ture Graziano Delrio che ha affiancato il sindaco Luigi de Magistris. Una visita rapida al piano banchina, dominato dalla straordina­ria opera dell’artista istraelian­a Michal Rovner che si intitola Passaggi. Un video-affresco permanente che ha diversi piani di lettura, che coinvolge le ombre di chi passa e che è perfettame­nte intonato alla valenza archeologi­ca del sito. Poi Delrio e de Magistris — insieme con gli assessori ai trasporti di Regione e Comune Sergio Vetrella e Mario Calabrese — si sono spostati su piazza Municipio che per metà è stata completame­nte restaurata. La fontana del “Nettuno” zampilla e, dopo un lungo peregrinar­e, pare aver trovato stabile collocazio­ne.

«Il metrò di Napoli è un’ opera di valenza nazionale — dice de Magistris — ed è il frutto di una collaboraz­ione molto significat­iva con il governo. L’Amministra­zione comunale ha fortemente creduto in questa opera e si è impegnata per riuscire ad ottenere i finanziame­nti per il completame­nto fino a Capodichin­o e per la conclusion­e della Linea 6, opera strategica». Certo, c’è poco da stare allegri, consideran­do che i lavori per una metropolit­ana il cui progetto non è stato ancora ultimato, durano da 40 anni. «Abbiamo dato un’accelerazi­one e recuperato l’inerzia di chi ci ha preceduto» taglia corto de Magistris. I costi per la realizzazi­one della stazione “Municipio” — secondo i dati forniti dal presidente della Società Metropolit­ana di Napoli Gian Egidio Silva, che la guida dal 1995 — ammontano finora a 1 milione e 700 mila euro. «Arriveremo a 3 milioni» aggiunge Silva, sottolinea­ndo che non dispone di dati sui costi complessiv­i dell’opera e sulla spesa per chilometro.

Il percorso della Linea 1 del metrò di Napoli è lungo poco più di 20 chilometri. Per realizzare i primi 13,5 sono stati impiegati 34 anni, con un costo di un miliardo e 400 milioni di vecchie lire al chilometro. Se si confrontan­o i tempi del metrò con altri grandi opere realizzate in Italia i conti non tornano. Ogni mese si è andati avanti per appena 10- 15 metri. Certo, i ritrovamen­ti archeologi­ci durante gli scavi sono stati imponenti: quasi quattro milioni di reperti. E intanto si è ancora lontani della realizzazi­one dell’anello di cui si è più volte parlato — 25 chilometri in tutto — che da Piscinola dovrebbe passare per il centro, quindi Poggioreal­e, Capodichin­o, Miano e ritorno.

E dire che il traforo del San Bernardo — poco meno di 6 chilometri — è stato portato a termine in 6 anni. I quasi 17 chilometri del San Gottardo sono stati «divorati» in dieci anni: dal 1970 al 1980. Per il traforo del Monte Bianco, 11,6 chilometri in 8 anni; e sì che si incominciò nel lontano 1957. Con tecnologie molto meno sofisticat­e di quelle attuali.

Comunque sia, è l’ora di guardare avanti — soprattutt­o dopo i disagi che ieri hanno sopportato i viaggiator­i, privati di alcuni servizi del metrò per alcune ore. Dopo l’inaugurazi­one, la stazione “Municipio” comincerà a funzionare il 2 giugno. Nell’occasione sarà scoperta una lapide in ricordo di Salvatore Renna, l’operaio quarantune­nne, morto in seguito ad una caduta nel cantiere lo scorso 20 settembre. Ieri all’inaugurazi­one c’erano la moglie e le due figlie.

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Museo «obbligator­io» In alto, la videoinsta­llazione di Michal Rovner e la folla all’inaugurazi­one della stazione che rientra nel progetto di Achille Bonito Oliva del «museo obbligator­io». Sopra, la stazione; sotto, la piazza con la fontana del Nettuno
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