Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ecco l’identikit del truffatore che sta terrorizza­ndo il centro

Ben vestito e su auto di lusso. La tattica per spillare soldi

- Francesca Leosinii

NAPOLI Cicciottel­lo, capelli castano chiari, non oltre il metro e ottanta di altezza, sui quarant’anni. E’ l’identikit di un truffatore che si aggira da qualche tempo per le strade cittadine più centrali, con l’intento di alleggerir­e al massimo possibile i portafogli delle sue vittime. Lieve accento meridional­e, jeans camicia e pullover, si presenta bene.

Non insospetti­sce anche se agisce di sera, tra le 18 e le 20, orario di chiusura di studi e uffici. Non è un caso: si abbassa la guardia quando si sta facendo ritorno alle proprie abitazioni dopo una giornata di lavoro. L’attenzione la richiama con piccoli e gentili colpi di clacson dalla sua auto, l’ultima volta una Mercedes grigia. «Ciao, come stai? Indovina di chi sono figlio? Ma come, non ricordi?». E’ questa la prima fase della trappola: «Possibile non ricordi anche se è non un secolo che viviamo fuori Napoli? Sì, finalmente: sono il figlio di Antonio».

Così aggancia i suoi prescelti, passanti puntati e attirati da un ‘Antonio’ presente in tutte le nostre esistenze e, con un sorriso tranquillo e lo sguardo sereno, comincia a farli parlare. Una tecnica collaudata, simile a quella dei cartomanti che impazzavan­o sulle reti private locali: quasi subito è il malcapitat­o stesso a raccontare - con tanto di nomi e cognomi - dettagli di vita, sufficient­i per imbastire una conversazi­one cordiale e scorrevole che dura sette/otto minuti. Infine, saluti e abbracci a parenti e amici ‘comuni’, rimonta in macchina e se ne va. Ma poco dopo torna indietro, riagguanta­ndo il bersaglio: “Scusami! Fortuna che t’ho incontrato! Sono qui per lavoro da due giorni e mi ritrovo solo con 20 euro (li mostra, ndr)… purtroppo oggi ho esaurito il plafond del bancomat e non ho con me la carta di credito, perché sono già stato rapinato tre volte. Puoi prestarmi 50/100 euro, almeno per la benzina che serve per il rientro a Roma? Ti restituisc­o tutto attraverso ‘tiziocaio’, ma per questo soccorso insperato devi accettare in regalo uno degli orologi che produco come orefice”. Il classico ‘pacco’. C’è cascato un alto dirigente bancario acchiappat­o alla Riviera di Chiaia, rimettendo­ci 200 euro, mentre un noto avvocato individuat­o in via Santa Lucia se l’è cavata con la metà della cifra. E’ andata meglio a un attivo politico campano, ex parlamenta­re. Abbordato in via dei Mille e distratto da una telefonata ricevuta, è addirittur­a salito sull’auto del truffatore chiedendo un passaggio alla propria destinazio­ne. Messo in relax dal truffatore, pure lui c’era caduto: ma prima del portafogli ha aperto l’astuccio con il dono, che in quella occasione era una modesta collanina. Ha sorriso e gliel’ha restituita, mollandogl­i 10 euro. Non senza riflettere dopo, e con un po’ di inquietudi­ne, sulla sua scarsa prudenza.

 ??  ?? L’orologio che il truffatore regala alle ignare vittime. Paccottigl­ia per invogliare a farsi prestare soldi
L’orologio che il truffatore regala alle ignare vittime. Paccottigl­ia per invogliare a farsi prestare soldi

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