Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Azzurri sconfitti dalla Juve B, Rafa scarica Higuain e lo lascia negli spogliatoi a metà gara
l’Inter. Ma a Torino finisce male: il Napoli subisce tre gol dalla Juventus nello stadio in festa e ne fa uno solo. Per la qualificazione in Champions c’è da invocare solo San Gennaro. E c’è anche da recriminare tanto. Higuain, il pipita d’oro che proprio la Juve aveva snobbato due anni fa, preferendogli Tevez, allo Juventus Stadium fa la sua peggiore figura. Onore al coraggio di Rafa Benitez che lo sostituisce nell’intervallo, e che in qualche modo lo scarica. Higuain non rientra più in campo, resta negli spogliatoi, a meditare – si spera – sulla propria involuzione. O forse sulla mancanza delle giuste motivazioni. Nervoso e inutilmente lezioso, senza di lui i compagni nel secondo tempo hanno mostrato più voglia. La stessa sfoggiata nel primo tempo dalla Signora, già in vantaggio al minuto tredici con Pereyra. Unico tiro, un gol.
Al Napoli spesso è andata così. A Torino c’è in palio l’ultima, esile speranza per la qualificazione in Champions League, eppure contro la Juventus B, con Pogba e Buffon unici titolari, gli azzurri riescono a sfigurare. Si addormenta Albiol sul cross di Conan e Pereyra al minuto tredici ha un corridoio libero per bucare Andujar. Sul filo del fuorigioco. La Juve, sicura di sé, lascia al Napoli il pallino del gioco, gestisce la sua partita in surplus, potendo dormire sonni tranquilli: gli avversari in maglia jeans fanno giocate prevedibili e, nel caso di Higuain, anche inutilmente leziose. Lo Juventus stadium è uno spettacolo di grande impatto: la festa scudetto ha richiamato famiglie e bambini, l’organizzazione è perfetta. Lo stadio è un tripudio di bandiere tricolori e la curva Scirea al minuto trentanove ricorda le vittime dell’Hysel nel trentennale della strage. Senza Higuain, nella ripresa, il Napoli è come se giocasse senza zavorra. Più libero mentalmente, senza il peso della responsabilità di servirlo sempre e comunque. E senza esito, peraltro.
Al Pipita subentra Gabbiadini più fresco e probabilmente anche più motivato. Il pari arriva in due minuti. Scambio veloce in area Callejon-Gabbiadini, Asamoah intercetta la palla col braccio: ammonizione e calcio di rigore. Insigne sul dischetto, tradito dall’emozione, sbaglia. Sulla respinta di Buffon c’è ed è lesto Lopez. Senza esitazioni: è parità.
Il Napoli gestisce il possesso palla e i due gregari di centrocampo, Gargano e Lopez, vendono cara la pelle. Lopez rischia addirittura la doppietta personale. Rafa richiama anche Lorenzo Insigne, fresco di capelli rasati ma non certo in grande giornata. Perde qualcosa in difesa, a sinistra, ma riposiziona Hamsik tra le linee. Allegri richiama Marchisio per Pirlo. Siamo al minuto settanta e il Napoli ha alzato la testa, mostra almeno il coraggio di provare a vincere la partita. Il calcio però ama punirti nel momento migliore, Sturaro, il panchinaro Sturaro, cerca e trova il suo momento di gloria. Juventus ancora in vantaggio, fuori Gargano dentro Jorginho. A quel punto la frittata è fatta e la squadra di Benitez perde completamente la testa. Il finale è da follia: testata di Britos a Morata in area, calcio di rigore e stagione finita per l’uruguaiano. Simone Pepe dal dischetto guadagna l’applauso dei 40 mila dello Stadium.
Aurelio De Laurentiis lascia lo stadio in fretta, adesso deve solo ricalibrare il progetto Napoli in funzione dell’Europa League, a meno di un miracolo.