Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Reggia «Bella e perduta» Ecco il film su Carditello
Il regista casertano Marcello racconta una storia di degrado
Può il cinema rendere nuovamente vivi e pulsanti dei preziosi capolavori dell’architettura caduti nell’oblio e dimenticati nel tempo? Nel 1962 Orson Welles ambientò «Il Processo», uno dei suoi ultimi capolavori, nella Gare d’Orsay, l’antica stazione di Parigi, ormai abbandonata, dandole nuova linfa. Parimenti il regista casertano Pietro Marcello ha scelto, come location del suo film «Bella e perduta», la Reggia di Carditello, residenza borbonica nel cuore della Terra dei Fuochi.
Una storia paradigmatica, quella della Reggia, edificata nel ‘700 quando regnava Carlo di Borbone, «fattoria modello», un centro di eccellenza e di avanguardia della zootecnica, che si avvaleva di ricercatori e scienziati provenienti da tutta l’Europa. Un fiore all’occhiello del Regno dei Borbone che, all’avvento dei Savoia, cadde poi in disgrazia per la loro scelta infausta di darla in gestione ad un signorotto di Casal di Principe che ne decretò negli anni la rovina. Negli anni successivi la Reggia divenne un luogo di latitanza dei casalesi e una «santabarbara» del traffico di armi.
Una scelta non casuale quella del regista, che ha eletto la Reggia di Carditello come luogo simbolo della cattiva gestione delle risorse del Sud e del degrado di un territorio, un tempo fertile e oggi salito agli onori della cronaca nazionale per i rifiuti tossici che la sommergono.
Marcello si è avvalso in sede di sceneggiatura del prezioso contributo di Maurizio Braucci e ha puntato su un cast variegato, tra cui spiccano Tommaso Cestrone, Sergio Vitolo (nel ruolo di Pulcinella) e Gesuino Pittalis. Prodotto da Avventurosa e Rai Cinema, distribuito dall’Istituto Luce, il fim, presentato in anteprima a Locarno e ieri a Roma, sarà in sala dal 19.