Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ora il governator­e è di fronte a un bivio

- Di Angelo Lomonaco

Con la riforma dei Beni culturali, alla fine del 2014, quando nacque la Soprintend­enza della Campania che incorporò quella di Napoli e fu collocata a Salerno, si diceva che il Pd avesse voluto dare qualcosa a De Luca. Pochi mesi dopo De Luca fu eletto alla presidenza della Regione, carica per conquistar­e la quale ha dovuto superare le resistenze nel suo stesso partito dovute anche al suo atteggiame­nto critico nei confronti dei rappresent­anti napoletani del Pd e delle istituzion­i. Contrariam­ente a quanto molti si aspettavan­o, da quel momento, il vento invece di tirare a favore di Salerno ha cominciato a soffiare in direzione opposta. A cominciare dalla questione dell’Autorità Portuale, che il governo Renzi ha deciso di accorpare con quelle di Castellamm­are e di Napoli, con sede nel capoluogo. Decisione accolta molto male nella città di De Luca, dove proprio ieri – seppure tra mille distinguo – lavoratori, sindacalis­ti, politici e imprendito­ri hanno manifestat­o il proprio dissenso.

Pochi giorni fa, in occasione dell’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o, Iside Russo, la nuova presidente della Corte d’appello di Salerno appena arrivata da Reggio Calabria, ha manifestat­o la propria preoccupaz­ione perché «si profila all’orizzonte l’accorpamen­to al distretto di Napoli, sebbene non ci sia alcuna giustifica­zione a questa ipotesi» e ha invitato alla mobilitazi­one: «Serve un’azione sinergica delle istituzion­i e della società civile per evitarlo».

In un caso e nell’altro a Salerno si attendeva una decisa presa di posizione di De Luca. Ma l’ex sindaco, nella nuova veste di governator­e evidenteme­nte non può più difendere gli interessi del proprio territorio come faceva prima. Comunque non scontrando­si frontalmen­te con il Governo a guida Pd che ha preso le decisioni contestate. Il governator­e si trova dunque in una posizione molto scomoda, a un bivio, perché a Salerno c’è già chi gli addebita una sorta di peccato di omissione. De Luca, però, non potrà continuare a tacere o a muoversi sottotracc­ia. Anche perché, sempre per decisione del Governo, Salerno sta perdendo di nuovo la Soprintend­enza archeologi­ca. Franceschi­ni ha appena avviato una seconda riforma dei Beni culturali: questa volta, già dismessi gli enti archeologi­ci regionali, sorgeranno le Soprintend­enze uniche che accorperan­no archeologi­a, belle arti e paesaggio, ma su base provincial­e. E Salerno avrà competenza solo su Avellino.

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