Corriere del Mezzogiorno (Campania)
C’è la Lazio, un bivio cruciale verso il big match con la Juventus
Lo sappiamo, lo diciamo ogni santa volta: ma stavolta veramente la partita che il Napoli si accinge a giocare, in questo sincopato e pressante calendario del campionato, sembra essere di importanza vitale. Quando abbiamo studiato il cammino parallelo con i Grandi Avversari fino all’incontro che ci metterà di fronte allo Stadium, l’occhio è caduto proprio su questo turno, chi lo negherà mente sapendo di mentire. E mente, sapendo di mentire, chi non va assumendo di settimana in settimana, e in taluni casi, come questo, di tre giorni in tre giorni, la convinzione che si corre e si correrà lanciando fugaci occhiate di fianco, appena dietro o appena davanti: perché d’ora in poi la partita è a due.
Il giro di giostra odierno è di quelli da brividi per il tifoso azzurro. Loro in casa, noi fuori. Loro contro un Genoa in gravi (ma non disperate) condizioni di classifica, noi contro una grande recentemente decaduta ma ancora in possesso di preoccupanti valori tecnici. Noi con la catena di destra amputata dalle squalifiche, loro al solito in possesso di enormi individualità che scalpitano per avere un’occasione.
Loro e noi, un occhio al campo e uno all’altro, sperando noi di mantenere le distanze, loro di annullarle. Ci capita la Lazio, malmenata all’andata senza se e senza ma, decimata da assenze e squalifiche, lontana da obiettivi minimi e da grandi paure. Una squadra che giocherà in tranquillità, consapevole delle attenuanti in caso di sconfitta e della possibilità di farsi vedere. Una squadra che in passato ci ha fatto molto male, e che ha subìto sufficienti mortificazioni per volersi togliere qualche sassolino dalle scarpe. Ci capita la Lazio e ci capita nel momento meno opportuno, quando avremmo bisogno di vittorie lievi e non stancanti, di partite da affrontare con cadenza settimanale per supplire a una rosa decisamente più ristretta rispetto a quella bianconera. Ci capita la Lazio ed è il peggiore degli avversari, stando alla partita contro l’Udinese finita praticamente in rissa, in un Olimpico che starà a guardare minaccioso e pronto a urlare la propria indignazione agli impauriti, e perciò ulteriormente motivati, ex beniamini diretti da un contestatissimo presidente. Ma, e questo va detto, il Napoli è forte e bellissimo. Appare in grado di fronteggiare avversari e difficoltà dall’alto di una rinnovata autostima che cresce di settimana in settimana, e sa di possedere un gioco che va a nozze contro chi la partita la deve fare. Non crediamo e non ci aspettiamo una Lazio che faccia barricate; non è nello stile dei biancocelesti, e una prestazione grigia sarebbe probabilmente il piatto peggiore da mettere in tavola ai propri tifosi. Quindi ci sta che i nostri ragazzi riescano a proporre le proprie trame senza scontare più di tanto una situazione ambientale forse più difficile per gli avversari che per loro. Certo, Allan e Hysaj dovranno essere sostituiti. E se nel caso dell’albanese l’esperienza e la rabbia di Maggio dovrebbero non far sentire un eccessivo regresso, Lopez appare lontano anni luce dal centrocampista brasiliano, tra i migliori in campo in questo scorcio di stagione, rabbioso rubapalloni ma anche raffinato incursore, dal piede preciso e morbido che lo spagnolo è ben lungi dal possedere. Ma tant’è: le scelte di mercato della società sono state queste, e del resto non sarebbe stato nelle corde di Sarri rischiare Grassi quand’anche fosse stato bene. Il nostro condottiero richiede tempi lunghi per digerire il suo gioco, e temiamo che tenuto conto delle tre settimane di stop sarà piuttosto difficile, salvo emergenze, vederlo in campo prima di aprile. Ma ora c’è questo brutto scoglio da passare indenni. Perché troppo importante sarebbe arrivare a Torino potendo giocare per due risultati, anziché per uno solo.