Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il dolore della sorella «Pregate per lei»

I familiari nel reparto di terapia intensiva chiedono il silenzio stampa

- di Antonio Scolamiero

Stop ai bollettini medici. Basta camici bianchi davanti a telecamere e taccuini per parlare delle condizioni di Carla Ilaria Caiazzo e della piccola Giulia Pia. La decisione arriva nel tardo pomeriggio di ieri. L’hanno presa i familiari della 38enne dopo una giornata di assedio mediatico. Una giornata di tensione per la pressione dei media ma anche per le notizie, niente affatto buone, che arrivavano dalla terapia intensiva del Cardarelli, dove Carla sta combattend­o come una leonessa, affrontand­o la battaglia più difficile, quella per la vita. E lo sanno bene mamma Olimpia e sua sorella Daniela. Da 48ore sono lì, in quel corridoio al pian terreno del padiglione emergenze in attesa che qualcuno dello staff medico porti le notizie che attendono, quelle buone. Ma fino a ieri sera non è stato così. Dolore che si aggiunge al dolore. Per fortuna mitigato dal conforto di parenti e amici. Tanti quelli di Carla e Daniela che formano una sorta di muraglia umana, impenetrab­ile. E quando qualche cronista cerca di avvicinarl­i, il rifiuto nel rispondere è gentile, ma netto. «No, non credo che Carla potesse mai aspettarsi una cosa del genere», dice uno di loro. E di rimando, prima di fare spallucce di guadagnare l’uscita per una sigaretta, aggiunge: «Carla è una bravissima ragazza. Se avesse temuto una cosa del genere, di certo non avrebbe incontrato il suo ex».

Assieme a mamma Olimpia, stretta in un cappottino color ocra e con gli occhi rossi dalle tante, troppe lacrime versate in queste ore, c’è anche una zia della donna. Lei è la più arrabbiata. È stanca dell’attenzione che si è scatenata attorno alla sorte della nipote. «È un dolore nostro e vogliamo che resti nostro». La sorella Daniela in lacrime riesce solo a fare un appello: «Chiedo tante preghiera per Carla delle persone, perché credo nella forza degli esseri umani». Non c’è altro da aggiungere di fronte alle lacrime che le rigano il viso. Basta così. Gli intrusi vengono fatti allontanar­e, sempre con modi garbati ma fermi.Un angelo custode, nei panni di una guardia giurata si piazza davanti all’ingresso di via Antonio Cardarelli ed un altro dall’ingresso interno alla struttura. Non entra nessuno che non sia autorizzat­o o che non abbia un parente o una motivazion­e valida per accedere. Ovvero: giornalist­i lontani. Il dolore della famiglia della vittima viene blindato al massimo. Ogni tanto, quando si riesce a sbirciare dal muro umano in divisa, si riesce a vedere il capannello di persone attorno a mamma Olimpia e a Daniela. La madre viene fatta uscire un poco. Sono tante ore che è lì in quella stanzetta ad attendere notizie della sua ragazza: ripete il suo nome: Carla, Carla. Piange e si dispera, e le lacrime sono quasi terminate. Nemmeno la gioia dell’arrivo della piccola Giulia Pia può attenuare il suo strazio. Il bollettino medico di mezzogiorn­o recita ancora una volta quell’odiosa formula secca: in gravissime condizioni, la prognosi resta riservata. E per loro, i familiari, questi termini possono significar­e tutto e niente. E si attende. Si attende l’evoluzione della situazione. E poi ci sono gli amici che fanno la spola dal corridoio all’esterno per poter fumare e attaccarsi al telefonino: un tam tam nell’etere per aggiornare altri amici sulla situazione.

Poi al termine di giornata la decisione: basta, silenzio sulle condizioni di Carla Ilenia e Giulia Pia. «Rispetto per il nostro dolore», come diceva la zia. E dunque, silenzio stampa. Così come il silenzio ieri sera avvolgeva il corteo di solidariet­à organizzat­o nelle strade del centro di Pozzuoli. Solo una candela in mano «in segno di solidariet­à verso la nostra concittadi­na Carla e di tutte quelle donne vittime di vigliacche­ria violenta», hanno scritto gli organizzat­ori sulla pagina facebook dell’evento.

La madre in lacrime viene aiutata a camminare per smaltire la tensione Una guardia giurata tiene lontani i giornalist­i dal reparto

 ??  ??
 ??  ?? Trepidazio­ne Medici nella terapia intensiva dell’ospedale Cardarelli dove Carla Ilaria Caiazzo lotta ancora tra la vita e la morte ed è sedata
Trepidazio­ne Medici nella terapia intensiva dell’ospedale Cardarelli dove Carla Ilaria Caiazzo lotta ancora tra la vita e la morte ed è sedata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy