Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Schermaglie prima e dopo la firma Il nodo centrale è ancora Bagnoli
Post polemico del sindaco e poi puntualizzazione: «Quei soldi comunque ci spettavano» Il ritardo di Renzi fa saltare l’incontro riservato chiesto da de Magistris a De Vincenti
NAPOLI «Vorrei che fosse chiaro che questi soldi spettavano comunque a Napoli e che non si tratta di soldi nuovi. È chiaro che quando si è abituati a friggere il pesce con l’acqua, sapere di poter contare su 308 milioni fa sempre un certo effetto. Ma, ribadisco, quelli erano soldi della città che ci sarebbero toccati comunque». De Magistris a fine conferenza non cambia registro: «Con l’esecutivo nazionale resta sempre una certa distanza». Del resto, per non smentirsi, di buon’ora il sindaco napoletano aveva scritto su Facebook il solito post al veleno contro il governo che «strangola la città, che non stanzia fondi, che taglia i trasferimenti». Salvo poi, qualche ora dopo, sedersi di fianco a Renzi per siglare un’intesa che farà arrivare in città 308 milioni. Messa la firma sul documento di 10 pagine, però, l’ex magistrato, pur rimarcando le differenze politiche dal premier, ha dato atto al capo del governo «di un ritrovato rapporto di collaborazione istituzionale». «La cosa buona che c’è nel Patto — ha spiegato de Magistris — sono le procedure accelerate che ci permetteranno di abbattere i tempi. Poi, per il resto, mi pare buono il fatto che tutto sia molto controllato e che il governo chieda conto al Comune di come verranno spesi i soldi, quindi di quale sarà il cronoprogramma».
Allo stesso modo Renzi ha ringraziato de Magistris ammettendo che c’è un nuovo modo di dialogare col Comune di Napoli. E che lui «il mestiere di sindaco» lo conosce bene, ragionando sempre «come se avessi una fascia tricolore» virtuale «cucita in petto, sul cuore. Viva Napoli, viva l’Italia», è lo slogan con cui il primo ministro conclude l’intervento in pubblico durante il quale non ostenta alcun risentimento verso de Magistris col quale davvero negli ultimi due anni s’è detto di tutto. Ma mai a quattr’occhi, come sarebbe potuto accadere in una saletta della Prefettura che era stata riservata per un colloquio tra i due. Però l’incontro, che il sindaco voleva con forza, non c’è stato, salvo un fugace saluto e una stretta di mano e, ovviamente, la conferenza stampa congiunta. Un vertice riservato no, nonostante fosse previsto da giorni e nel quale quasi certamente si sarebbe parlato di come uscire dall’imbuto su Bagnoli con una soluzione condivisa. De Magistris l’aveva infatti concordato con il sottosegretario De Vincenti che aveva fatto da portavoce col premier. Poi il grande ritardo con cui è arrivato Renzi ha scompaginato la scaletta della giornata e fatto saltare l’incontro che ora il sindaco spera si faccia a breve. «Io sono puntuale, come sempre. Purtroppo Renzi è arrivato con due ore di ritardo per il maltempo e non abbiamo potuto parlare prima», alla fine ha detto de Magistris con l’amaro in bocca di chi sperava di poter parlare, e chiarirsi, con il presidente del Consiglio dopo due anni di scontri. Comunque almeno ora esiste un metodo di lavoro e un canale con Palazzo Chigi che, grazie ai rapporti molto diplomatici tra sindaco e sottosegretario Claudio De Vincenti, s’è riaperto. Sul tavolo, infatti, c’è un altro dossier. Che è poi il padre di tutti i dossier: quello su Bagnoli. Le parti stanno cercando una soluzione per evitare che ci siano vincitori e vinti. De Magistris non intende interloquire con Nastasi, quindi riconoscere il commissariamento; Renzi, invece, non vuole rinunciare a Nastasi, perché sarebbe una sconfitta e peraltro si tratta di una delle persone a lui più vicine. Come fare? Con i tavoli istituzionali a Palazzo Chigi, dove il governo invita chi vuole, anche Nastasi, ma che formalmente non sono cabine di regia. Poi una soluzione sarà trovata il prossimo anno, quando sarà chiaro il destino dell’area dell’ex Italsider e si capirà quando e se i suoli saranno liberati dal sequestro giudiziario. «Col Patto abbiamo dimostrato che se usiamo questo metodo di lavoro, voliamo. E così possiamo fare con tutte le questioni aperte. Cominciando da Bagnoli».
Critiche Un post al mattino e più tardi frasi polemiche rivolte al governo