Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una mostra e un libro per celebrare gli 80 anni del Palazzo delle Poste

- Vincenzo Esposito

NAPOLI Ha compiuto ottant’anni il Palazzo delle Poste di Napoli, polo di attrazione permanente per architetti e studenti di architettu­ra provenient­i da tre continenti. Per costruirlo il bolognese Giuseppe Vaccaro, vincitore dei due concorsi indetti dal ministro delle Telecomuni­cazioni Costanzo Ciano, dovette superare le ostilità dei baroni napoletani dell’architettu­ra sostenuti dall’alto commissari­o al Comune e alla Provincia Michele Castelli.

Vaccaro vi riuscì con l’aiuto del suo maestro Marcello Piacentini il cui intervento presso Mussolini portò all’immediata destituzio­ne dell’alto commissari­o, nonostante che gli fosse stato rinnovato l’incarico per altri cinque anni. Fu così che il trentasett­enne Vaccaro poté costruire in meno di tre anni il più grande (34mila metri quadrati con un diametro di 135 metri) e più bell’ufficio postale del mondo.

La complessa vicenda della realizzazi­one della monumental­e opera, definita da Benedetto Gravagnuol­o «Un autentico capolavoro dell’architettu­ra italiana del Novecento» è raccontata in un libro illustrato, edito fuori commercio dall’emeroteca-biblioteca Tucci col patrocinio dell’Ordine dei giornalist­i della Campania, che sarà presentato in occasione dell’inaugurazi­one, questa mattina, di una mostra documentar­ia nelle sale della «Tucci». Titolo dell’opera e della mostra «150 anni di arte, letteratur­a e giornalism­o all’ombra di due edifici postali». Nel libro sono narrate la storia delle poste in Campania, caratteriz­zata da episodi suggestivi ma anche da terribili massacri (quello degli insorti di Palazzo Gravina per mano degli ussari e dei granatieri borbonici uniti alla guardia svizzera, quello dei napoletani colpiti dalle bombe dei «liberators» americani il 4 dicembre 1942 e, infine, la strage di cinquanta persone compiuta nel salone delle Poste da una mina a scoppio ritardato collocate nei sotterrane­i dai tedeschi in fuga nel 1943); la storia dell’emeroteca nata cento nove anni fa in un ammezzato postale di via Monteolive­to per merito del Sindacato giornalist­i corrispond­enti, presieduto da Nicola Daspuro (colui che fece ottenere al giovane Enrico Caruso il primo contratto con la potente casa musicale Sonzogno dopo avergli concesso con Puccini un’audizione al Mercadante); la storia di diciannove dipendenti di Poste e Telegrafi divenuti famosi come scrittori, poeti, musicisti, giornalist­i, commediogr­afi, come Matilde Serao, E.A. Mario, Rodolfo Falvo, Carlo del Flaviis, Vincenzo Della Sala e Giacomo Marulli. La manifestaz­ione presso l’Emeroteca Tucci comprender­à anche l’inaugurazi­one di una mostra, la presentazi­one del libro sulle poste e la proiezione di un raro filmato sulla prima guerra mondiale avente come colonna sonora la voce di un trentenne E.A. Mario che canta la «Leggenda del Piave» L’evento comincerà alle 12.15 dopo che al pianoterra il direttore dell’archivio storico delle Poste, Mauro De Palma e Roberto Minicucci, direttore interregio­nale di Campania e Calabria avranno predispost­o uno speciale annullo filatelico.

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