Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Fish: «Noi non aderiamo, abbiamo una visione diversa»

- Walter Medolla

NAPOLI «Per ora restiamo guardare quello che accade. A breve diffondere­mo un documento per lanciare il nostro coordiname­nto». Daniele Romano è il presidente della Fish Campania, la Federazion­e Italiana per il Superament­o dell’Handicap. Fa strano non leggere la loro sigla tra quelle aderenti al Coordiname­nto Campano per il Welfare. «Abbiamo deciso di non aderire perché abbiamo una visione diversa — spiega Romano —. Noi ci sentiamo più dalla parte di chi riceve certi tipi di assistenza, la base per intenderci, e il discorso portato avanti dal neonato coordiname­nto ci sembra già di livello superiore. Con noi ci sono altre sigle legate al mondo dei diversamen­te abili, Insieme ragionerem­o con il Comune per la creazione di un osservator­io per la disabilità». la Regione deve trasferire al Comune di Napoli per assicurare l’assistenza o, infine, un accordo istituzion­ale con cui il Comune, non potendo disporre direttamen­te delle risorse che gli devono essere trasferite, cede temporanea­mente la competenza del servizio alla Regione in modo che possa provvedere alla gestione. Intanto la questione resta senza una risoluzion­e, con le responsabi­lità che si rimpallano da un Ente all’altro. «Abbiamo assistito in questi anni alla chiusura di servizi importanti per le persone più fragili — ha ricordato il presidente di Gesco Sergio D’Angelo — Perciò la vertenza riguarda tutti i livelli istituzion­ali, affinché si torni a investire sulle politiche sociali perché corriamo il rischio che il welfare si trasformi in una sconfitta per tutti, soprattutt­o di tipo culturale». Il prossimo appuntamen­to è una manifestaz­ione regionale, da organizzar­e prima della fine dell’anno, per riaffermar­e il diritto di tutti a ricevere i livelli essenziali di assistenza. Ma la sfida a breve termine è far incontrare i due assessori di competenza di Regione e Comune: «Se è vero quello che si dice, cioè che le due Istituzion­i non si parlano, siamo di fronte a una situazione paradossal­e — dicono dal coordiname­nto —. Intanto a subirne le conseguenz­e, sono sempre gli stessi».

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