Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Mercadante in commissione cultura Chiesta chiarezza sul bilancio
Aperto un tavolo con compagnie e Cgil: «Partecipare alla nascita della Fondazione»
Il caso Mercadante è finito in commissione cultura del consiglio comunale. Ieri mattina, così come annunciato dal Corriere del Mezzogiorno, è stato aperto un tavolo che ha dell’unico perché per la prima volta attori, sindacati, compagnie e membri del cda del teatro si sono dati convegno a Palazzo San Giacomo per chiedere chiarezza sui conti dopo l’allarme lanciato prima dal direttore della Scuola del Nazionale Mariano Rigillo, poi dallo stesso vertice delle sale di piazza Francese Luca De Fusco. La presidente Elena Coccia e altri esponenti istituzionali hanno accolto le istanze presentate dalle varie voci, mettendo già in calendario un prossimo incontro nel quale è stata chiesta la presenza del sindaco Luigi de Magistris e dell’assessore alla cultura Nino Daniele.
Per la Cgil Slc «non può esistere un’anomalia Napoli nei contratti». Tre i temi sollevati dal sindacato. Il primo: «L’unica forma ammessa è quella del contratto nazionale previsto per gli Stabili. E questo va sottolineato perché ci giungono voci che ci sarebbe un tentativo di prendere in considerazione quelli di Federculture che sono fuori dal mondo dei teatri e afferenti alle associazioni. Per i dipendenti e gli scritturati sarebbe un’inaccettabile diminutio». Il secondo: «Come organizzazione sindacale vogliamo sorvegliare sul passaggio in corso al Mercadante che da Associazione diventerà Fondazione. Non esprimiamo giudizi di merito ma è necessario che la forma adottata assicuri maggiore stabilità al teatro e non il contrario». Terzo: «Abbiamo chiesto formalmente l’eliminazione della nota inserita nei contratti per i precari, nota che deresponsabilizza il Nazionale rispetto ai pagamenti in caso di ritardi di erogazione degli enti-soci. Non avendo nessun valore legale, questa avvertenza deve essere eliminata».
A chiarire il presupposto e l’obiettivo del tavolo è Costanza Boccardi di Teatri Uniti: «Dopo l’allarme sul deficit del Mercadante consegnato agli organi di stampa, abbiamo chiesto come cittadini ed esperti del settore di fare chia rezza sulla questione. Non c’è nessuna forma pregiudiziale verso l’attuale gestione ma è nostra intenzione partecipare alle vicende di uno dei beni più importanti della città». Non solo. «Per noi è importante ricordare che i ritardi dei fondi regionali ormai fermi al 2014 ancora da erogare non riguarda solo lo Stabile ma tutte le piccole e grandi realtà del settore. Ognuno sta cercando di restare a galla come meglio può, onorando gli impegni presi con terzi. E una domanda si fa inevitabile: come mai proprio il Nazionale non riesce dove i più deboli riescono? Per questo chiediamo chiarezza e una presa visione dei conti. Il bilancio pubblicato dallo Stabile è di poche pagine mentre, solo per fare un esempio, quello del Piccolo di Milano ne fornisce ben 90 dedicate alle singole produzioni, con la distinzione di riprese e nuovi spettacoli e un’analisi dettagliata del flusso di pubblico. Importanti sono i paganti, perché una cosa è fidelizzare gli spettatori, un’altra e svendere i biglietti».
E poi c’è il futuro della governance: «Riteniamo che all’interno del modello di democrazia partecipativa il passaggio alla Fondazione sia condiviso con gli operatori del settore perché quello che accade allo Stabile ricade su tutti noi. In particolare chiediamo che si mantengano alcune caratteristiche come la distinzione tra la figura del direttore e quella comitato artistico della quale non c’è più traccia. Si trattava di un’innovazione rilevante perché metteva al riparo da una sovrapposizione di cariche dannosa. Del resto è sempre stato così, basti pensare a Paolo Grassi e Giorgio Strehler prendendo in considerazione ancora una volta il Piccolo». «Arbitrarietà nei pagamenti alle compagnie» l’altro elemento sul tavolo di cui hanno preso atto gli esponenti del cda presenti, il consigliere Patrizio Rispo e il presidente Valter Ferrara.