Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Boccia: con il Sì riforme e modernità Ma in caso contrario non finisce l’Italia

Il leader di Confindust­ria: «Titolo V da abolire, i conflitti tra Stato e Regioni costano»

- Simona Brandolini

NAPOLI Il sole, obamianame­nte, lunedì sorgerà comunque anche per il presidente nazionale di Confindust­ria, Vincenzo Boccia. «È evidente che se vince il Sì è una grande occasione per modernizza­re il Paese, ma se vince il No non mi sembra che crolli il mondo. In questo caso si ricomincia una stagione di riforme nell’interesse dell’Italia», spiega. Il leader di Viale dell’Astronomia è a Napoli per due appuntamen­ti. Il primo a Città della Scienza con l’Anicav e a Palazzo Partanna dagli industrial­i partenopei e dal Gran Priorato di Napoli e Sicilia sovrano militare Ordine di Malta.

Ultimo giorno per poter parlare di una riforma che Confindust­ria ha sposato subito. Previsioni? «La cosa è molto fluida — dice —, anche i sondaggist­i si tengono cauti. Certo per noi la posizione è chiara, se passa il Sì è un’occasione per modernizza­re il Paese. Detto questo mi sembra tutto eccessivo; anche i giornali internazio­nali che speculano a danno dell’Italia: se passa il No non cambia nulla e bisogna cominciare di nuovo la stagione delle riforme economiche italiane, ma non esasperere­i il concetto. Lunedì si riparte, tanto come imprendito­ri non ci fermiamo mai».

All’assemblea Anicav dovrebbe essere presente anche il governator­e Vincenzo De Luca. Al suo posto, il consiglier­e dell’agricoltur­a, nonché ormai notissimo sindaco di Agropoli, Franco Alfieri. Agli imprendito­ri conservier­i il presidente degli industrial­i dice: «Le riforme nascono da una consapevol­ezza chiarissim­a: se chiedessim­o a un nostro imprendito­re, oggi, cosa pensi la mattina? Risponderà non più come sarà la mia impresa, ma come sarà il mio Paese. Questo significa che i destini di imprese e Paese sono legatissim­i. Perciò diciamo Sì a un monocamera­lismo deliberant­e e veloce. E Sì soprattutt­o alla rimozione dei conflitti Stato-Regione che, per noi industrial­i italiani e per gli investitor­i esteri è fondamenta­le: abbiamo bisogno di una sola politica economica non tante. Dal punto di vista regionale abbiamo bisogno che si faccia la stessa politica nazionale. E lo diciamo stando sereni perché equidistan­ti dai partiti, ma non dalla politica e dai contenuti». La riforma del federalism­o per Confindust­ria è fondamenta­le soprattutt­o per il Sud. Boccia spiega ancor meglio il suo ragionamen­to: «La politica del Paese deve essere una politica economica unica. Non possiamo avere venti politiche economiche diverse. Il Sì al referendum rimuovereb­be alcune questioni di conflittua­lità tra Stato e Regioni ed è fondamenta­le per chi ha stabilimen­ti in più territori, perché ora è costretto a interpreta­re in maniera diversa una legge sull’ambiente differente da regione a regione. È dunque un modo per semplifica­re, per riuscire a costruire un Paese moderno».

Moderno e competitiv­o, sono tre gli asset della sua presidenza: semplifica­zione a tutto campo, infrastrut­ture, Mezzogiorn­o e Europa. Ma quale Europa? «Il Sud — termina — ha bisogno di politiche che fungano da accelerato­ri. Con la Confindust­ria tedesca abbiamo stilato un documento comune. Perché la partita non è tra stati europei, ma tra Europa e mondo intero».

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Ottimismo Vincenzo Boccia, leader degli industrial­i italiani, ieri ha partecipat­o all’incontro dell’Anicav, gli imprendito­ri del pomodoro, dove ha parlato delle ragioni che spingono gli industrial­i a sostenere le riforme

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