Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Boccia: con il Sì riforme e modernità Ma in caso contrario non finisce l’Italia
Il leader di Confindustria: «Titolo V da abolire, i conflitti tra Stato e Regioni costano»
NAPOLI Il sole, obamianamente, lunedì sorgerà comunque anche per il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. «È evidente che se vince il Sì è una grande occasione per modernizzare il Paese, ma se vince il No non mi sembra che crolli il mondo. In questo caso si ricomincia una stagione di riforme nell’interesse dell’Italia», spiega. Il leader di Viale dell’Astronomia è a Napoli per due appuntamenti. Il primo a Città della Scienza con l’Anicav e a Palazzo Partanna dagli industriali partenopei e dal Gran Priorato di Napoli e Sicilia sovrano militare Ordine di Malta.
Ultimo giorno per poter parlare di una riforma che Confindustria ha sposato subito. Previsioni? «La cosa è molto fluida — dice —, anche i sondaggisti si tengono cauti. Certo per noi la posizione è chiara, se passa il Sì è un’occasione per modernizzare il Paese. Detto questo mi sembra tutto eccessivo; anche i giornali internazionali che speculano a danno dell’Italia: se passa il No non cambia nulla e bisogna cominciare di nuovo la stagione delle riforme economiche italiane, ma non esaspererei il concetto. Lunedì si riparte, tanto come imprenditori non ci fermiamo mai».
All’assemblea Anicav dovrebbe essere presente anche il governatore Vincenzo De Luca. Al suo posto, il consigliere dell’agricoltura, nonché ormai notissimo sindaco di Agropoli, Franco Alfieri. Agli imprenditori conservieri il presidente degli industriali dice: «Le riforme nascono da una consapevolezza chiarissima: se chiedessimo a un nostro imprenditore, oggi, cosa pensi la mattina? Risponderà non più come sarà la mia impresa, ma come sarà il mio Paese. Questo significa che i destini di imprese e Paese sono legatissimi. Perciò diciamo Sì a un monocameralismo deliberante e veloce. E Sì soprattutto alla rimozione dei conflitti Stato-Regione che, per noi industriali italiani e per gli investitori esteri è fondamentale: abbiamo bisogno di una sola politica economica non tante. Dal punto di vista regionale abbiamo bisogno che si faccia la stessa politica nazionale. E lo diciamo stando sereni perché equidistanti dai partiti, ma non dalla politica e dai contenuti». La riforma del federalismo per Confindustria è fondamentale soprattutto per il Sud. Boccia spiega ancor meglio il suo ragionamento: «La politica del Paese deve essere una politica economica unica. Non possiamo avere venti politiche economiche diverse. Il Sì al referendum rimuoverebbe alcune questioni di conflittualità tra Stato e Regioni ed è fondamentale per chi ha stabilimenti in più territori, perché ora è costretto a interpretare in maniera diversa una legge sull’ambiente differente da regione a regione. È dunque un modo per semplificare, per riuscire a costruire un Paese moderno».
Moderno e competitivo, sono tre gli asset della sua presidenza: semplificazione a tutto campo, infrastrutture, Mezzogiorno e Europa. Ma quale Europa? «Il Sud — termina — ha bisogno di politiche che fungano da acceleratori. Con la Confindustria tedesca abbiamo stilato un documento comune. Perché la partita non è tra stati europei, ma tra Europa e mondo intero».