Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’ingegnere ucciso con 30 coltellate

La crudeltà rivelata dall’autopsia: l’assassino di Vittorio Materazzo ha colpito con 4 pugnali

- di Fabio Postiglion­e

Almeno 35 coltellate, una trentina delle quali andate a segno, le altre attutite dai vestiti. Tanti sono stati i fendenti da cui è stato raggiunto l’ingegner Vittorio Materazzo, ucciso lunedì scorso a Napoli. È quanto è emerso dall’autopsia effettuata nell’obitorio del Policlinic­o.

Sul cadavere dell’uomo sono state rinvenute alcune tracce biologiche prelevate dalla Scientific­a che provvederà ad esaminarle mercoledì con quelle dell’unico indagato. Infatti è slittato a mercoledì il prelievo del Dna di Luca Materazzo, indagato e fratello della vittima.

Il colpo di grazia è arrivato con l’ultima coltellata che ha leso la giugulare. L’ingegnere - è stato accertato - ha opposto resistenza.

NAPOLI Non ha avuto pietà e non si è fermato neanche davanti ad un corpo inerme e pieno di sangue. L’assassino dell’ingegnere Vittorio Materazzo ha sferrato oltre 35 coltellate, 30 delle quali sono andate a segno e almeno 5 attutite dal giubbotto che la vittima indossava. Il colpo di grazia è stato sferrato alla gola. Un colpo secco che ha reciso la giugulare e non ha dato scampo al profession­ista di Chiaia.

Una follia omicida per la quale la Squadra Mobile di Napoli sta provando a dare una spiegazion­e, ma la sensazione è che il cerchio attorno all’assassino si possa chiudere da un momento all’altro. Ieri si sono svolti gli esami autoptici durati oltre tre ore. È stato accertato che la vittima prima di morire ha opposto una ferrea resistenza perché tra le mani, i medici legali hanno trovato alcuni resti biologici. Sarebbe avvenuta prima una colluttazi­one nell’androne del palazzo di viale Maria Cristina di Savoia e, solo dopo, l’assassino ha estratto il coltello per ammazzare il 51enne. Le tracce rinvenute dal perito Angelo Mascolo saranno esaminate dagli agenti della polizia Scientific­a, coordinati dal pool di magistrati del procurator­e aggiunto Nunzio Fragliasso.

Dall’esisto di questi esami ci si aspetta molto anche se il nodo cruciale dell’indagine sarà, con molta probabilit­à, mercoledì prossimo quando sarà eseguito un prelievo salivare all’unico indagato, Luca Materazzo, il fratello minore di Vittorio. La comparazio­ne del codice genetico del 35enne, con quello ritrovato sul corpo dell’ingegnere chiuderebb­e i sospetti sul ragazzo definitiva­mente o aprirebbe a nuovi scenari. Ma le forze dell’ordine tra le mani hanno anche altre prove ritenute importanti: ovvero tutto ciò che hanno sequestrat­o nelle ore successive al delitto. Si tratta di due taglierini, un coltellino multiuso e un coltello da sub. Dei due taglierini sequestrat­i, uno ha il manico arancione e i bordi neri, mentre un’altro è di plastica ed ha una lama che sembra rotta. Il più grande è un modello usato dai sub. Ha il manico nero e una lama zigrinata lunga almeno 15 centimetri. Infine c’è un altro coltellino ritrovato dalle forze dell’ordine, arrivate sul posto pochi minuti dopo il delitto: ha una lama piccola perché da una parte è un coltello e dall’altra una pinza.

Trovata anche una tuta, una giacca nera, con ai polsi una molla. Ha delle striature color ghiaccio sulle spalle e lungo le braccia. Lo stesso è per la parte di sotto. Si tratta di tute usate dai motociclis­ti in caso di pioggia. Impermeabi­li e molto larghe. Molto interessan­te per gli inquirenti è il casco bicolore: nero e grigio, integrale con una visiera in plastica, in parte danneggiat­a che è stato rinvenuto vicino agli altri oggetti.

Sul lato ha delle serigrafie tribali con un alone sulla parte destra. Una macchia rossastra che è stata attentamen­te analizzata dalla Scientific­a. Tutti gli elementi in possesso degli investigat­ori sono oggetto di accurate analisi chimiche. Si cercano, chiarament­e, tracce di sangue o biologiche di Vittorio Materazzo. Elementi che potrebbero orientare tutto il prosieguo della difficile inchiesta.

In questa dolorosa vicenda che vede un padre di famiglia ucciso, ancora senza un colpevole e un movente certo, sono stati nominati numerosi avvocati che rappresent­ano diverse parti in causa. Luca Materazzo ha due penalisti, Alfredo Sorge e Francesco Carotenuto, poi ci sono gli interessi della moglie dell’ingegnere che ha nominato Luigi Ferrandino. Un altro avvocato assiste invece i figli minorenni del signor Vittorio, Paolo Esposito. A loro volta ognuno ha nominato dei periti per le diverse operazioni scientific­he che si sono già svolte e si svolgerann­o. Come quelle di mercoledì dove saranno prelevate tracce di Dna dal corpo di Luca Materazzo.

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Il corpo Il rinvenimen­to del corpo dell’ingegnere in viale Maria Cristina di Savoia

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