Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Stazione Dohrn all’opera per la bonifica di Bagnoli
Al via il monitoraggio dei fondali. Poi specie marine adatte a«ripulire»
La Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli sarà protagonista della bonifica di Bagnoli, effettuando una serie di studi per progettare possibili azioni di ripristino ambientale e rendere di nuovo balneabile il mare davanti a Bagnoli. A metà dicembre partirà il monitoraggio dell’ecosistema marino, propedeutico alla bonifica dei fondali.
«Con la prima uscita in mare – dice Roberto Danovaro, il presidente della stazione zoologica Anton Dohrn, capofila del progetto, cominceranno le operazioni. Le concluderemo in un anno. A quel punto scatterà la seconda fase e sarà condotta da Invitalia: la rimozione dei sedimenti inquinati, che avverrà sulla base della mappatura che realizzeremo nel prossimo anno. Quando sarà stata portata via la sabbia contaminata, proveremo a velocizzare la rinaturalizzazione dell’ecosistema attraverso, per esempio, la semina della posidonia marina ed il reimpianto di organismi come le gorgonie».
L’operazione costerà complessivamente 3,7 milioni di euro. Due di questi sono messi a disposizione dal ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. La parte rimanente dalla stazione zoologica. Proprio qualche giorno fa il Cipe ha ammesso a finanziamento il progetto, che coinvolge anche l’ Istituto per la ricerca ambientale, il Centro nazionale per le ricerche e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Robot, macchine per il carotaggio e sonde sono alcuni degli strumenti che utilizzeremo per la mappatura del livello di contaminazione dell’area sottomarina», spiega il presidente della stazione zoologica. Saranno, inoltre, prelevati ed analizzati campioni organici, a cominciare dai molluschi e dalle alghe, per verificare se c’è stata, ed in che misura si avvenuta, migrazione delle sostanze inquinanti, tra le quali gli idrocarburi policiclici aromatici ed i metalli pesanti, dalla sabbia agli esseri viventi.
«Entro Natale 2017 - prosegue Danovaro - avremo il quadro esatto dello stato di salute del mare di Coroglio e delle zone di fondale inquinate. A quel punto entrerà in gioco Invitalia, per ri-