Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tutto autobiografico (quasi) musical di calzolai
Successo per D’Angelo che ha riaperto il Trianon
Nino D’Angelo, spettacolo totale. Autobiografia artistica e biografia cittadina insieme nel suo «Senza giacca e cravatta» con cui l’ex caschetto d’oro, direttore bis del Trianon, ha riaperto la sala di Forcella venerdì sera. L’ultima volta che eravamo entrati in teatro, lo avevamo fatto per filmare le infiltrazioni d’acqua piovana nel tetto che progressivamente stavano divorando gli stucchi, senza risparmiare neanche la Torre della Sirena, ovvero i resti di mura greche custoditi da una teca affianco alla quinta. Con quelle immagini negli occhi e con quelle dei ultimi tre anni quasi, in cui il teatro ha rischiato quattro aste, la platea scintillante e il decor restituito al palcoscenico che fu di Maldacea e di Viviani erano già un pre-spettacolo. E metateatrale è stato quello di D’Angelo che ha scelto di portare in scena - la pièce, in una sua prima forma, aveva debuttato al Cilea lo scorso anno, ma con una tenuta molto breve - il paesaggio di formazione della sua infanzia, quel vicolo di San Pietro a Patierno che dall’inizio alla fine è la strada maestra di una narrazione musicale potente perché, restituita come personalissima, diventa collettiva sulle note dei classici classici e dei classici contemporanei. L’incipit è, come da frequentatissimo topos, la prova generale di uno spettacolo. Due i poli scenografici e drammaturgici entro cui si muove il cantattore: il camerino con tanto di lucine, quindi l’oggi e la prospettiva dell’io narrante, e il vicolo, ora in video, ora in foto, com’era e com’è. E poiché questo singolare interno che duplica l‘esterno reale - i vicoli di Forcella - era abitato prevalentemente da calzolai, lo spettacolo diventa quasi un «musical degli scarpari», attori che col tipico grembiule contano col solista ‘O schiavo e ‘o re, Mentecuore, Jesce sole, La rumba degli scugnizzi e molti altri brani. Fa capolino la sceneggiata con Lacreme napulitane e una serie di omaggi, come un’onirica Napule è per Pino Daniele. E c’è anche una galleria rap di grandi napoletani. Con due donne: Annamaria Ortese e Matilde Serao. Repliche fino all’11 dicembre.