Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Terrantica» de I Favati, quando il vino è bevibile
Sempre più convinto che uno dei principali punti di forza di un vino sia la bevibilità. Un concetto, quest’ultimo, suscettibile di varie interpretazioni, quindi ritengo necessario definirlo con quanta più precisione possibile. Per bevibilità intendo la facilità del sorso, che, attenzione, non esclude necessariamente la complessità dello stesso. Un vino bevibile è insomma un vino che invoglia il riassaggio, è un vino che conquista sia il consumatore esperto che il novizio, è un vino etico, che unisce e non divide. È bello per chi come il sottoscritto è costretto spesso per lavoro (e per curiosità) su sentieri accidentati, trovare la condivisione, del vino e del giudizio, col bevitore meno smaliziato. Mi è capitato qualche giorno fa col Terrantica, Greco di Tufo de I Favati, una delle realtà vitivinicole più significative dell’Irpinia. Un work in progress, iniziato da Giancarlo e dal fratello Piersabino e dalla moglie del primo Rosanna, e che da poco si è completato anche con la realizzazione di una struttura destinata all’accoglienza degli enoturisti. Una mano decisiva arriva anche dall’enologo Vincenzo Mercurio, responsabile tecnico della produzione. Il Greco è generalmente un vino tosto, tagliente, acido, meno complesso del Fiano, meno generoso del Falanghina. Eppure questa bottiglia della felice annata 2015 riesce a regalare fin da subito emozioni, merito della compiutezza già raggiunta che gli conferisce, appunto bevibilità. Di colore paglierino carico con qualche suggestiva nuance dorata, è luminoso e consistente. Il quadro aromatico è intenso, ampio, elegante: pesca gialla, mela, ananas, erbe aromatiche, macchia mediterranea agrumi. Di corpo definito, presenta un apprezzabile equilibrio tra rotondità e spunti acidi. Lunga la persistenza, con una nota retrogustativa di mandorla amara. Vino piacevole da abbinare ai frutti di mare e ai crostacei crudi e cotti, al vasto pianeta della cucina marinara.