Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sgarbi: «Caravaggio e altre meraviglie, opere da ammirare senza filo conduttore»
«Ma è di velluto la giacca di Sgarbi?». La signora non finisce neanche di chiederlo e tocca. «Sì, è velluto». Vittorio intanto è al centro della Pietrasanta, dà retta a venti persone alla volta e si lascia anche tastare la tunica, pardòn la giacca, come chierico in odor di santità. Sa di essere la star apparsa sul Decumano che fa velo per quanto può persino alla sua mostra. Giovinette e bracconieri di selfie lo pedinano come sotto incantesimo. Sono accorsi tanti giornalisti ieri alla presentazione, certo, ma pure gente che non riconosce altro Caravaggio che Sgarbi. Invece il governatore De Luca, annunciato, non c’è. Era pur sempre il day after del renzismo. L’esposizione è visitabile da oggi e si intitola «Tesori nascosti», curata dal critico ferrarese, con la banca Credem main sponsor. Si regge su numeri importanti - 150 opere con l’highlight della Maddalena addolorata del Merisi - e artisti d’altissimo bordo. Però secondo alcuni per fare una mostra valida non basta inchiodare al muro tanti vip dell’arte (Veronese, Tiziano, Guercino, Vivarini, Tino di Camaino). Conterebbe di più il modo che il nome. Sgarbi dissente: «Cercare un filo conduttore è una roba che mi fa schifo. Non si devono per forza esporre quadri legati da una teoria. In questa chiesa c’è solo bellezza». Sarà aperta sette giorni su sette, nei weekend anche fino alle 23. «Non è una mostra è un museo» ripete il curatore. In effetti l’allestimento affastella tali e tanti quadri e sculture che pare una rossa wunderkammer con piccolo podio per la
Maddalena. Si va dal Duecento (il maestro federiciano) al pieno Novecento (Morandi, De Chirico, Ligabue, Cagnaccio di San Pietro, Balla). In «mezzo» tanti capolavori tra cui tre Ribera, due Guido Reni, Pomarancio, Tanzio da Varallo, Mattia Preti, Cagnacci. Nutrita anche la pattuglia di napoletani, splendente dei pezzi in primis di Vincenzo Gemito, e poi Micco Spadaro, Morelli, Migliaro, Palizzi e uno straordinario Fergola. «Sono ‘tesori nascosti’ perché opere di proprietà privata, appartenenti a collezionisti e fondazioni - ricorda ancora Sgarbi - A noi tocca il compito di rivelarle. Il fine è provare a far comprendere una volta di più agli italiani, e ancor più ai napoletani visto che l’abbiamo allestita qui, l’enorme bacino d’arte che rende unico questo paese, spesso colpevolmente ignorante delle bellezze che possiede». «Tesori nascosti» è una prosecuzione de «Il Tesoro d’Italia» svoltasi all’Expo di Milano. «Questo progetto ha dato lavoro anche a venti famiglie di Napoli - ha spiegato Gianni Filippini, produttore della mostra – Grazie alla concessione della Arcidiocesi abbiamo avuto per la prima volta una chiesa in comodato d’uso. Un bellissimo luogo di Napoli appena restaurato». Bello ma buio. Perciò l’azienda Selav offrirà l’illuminazione per la durata della mostra. Al vernissage erano presenti anche Raffaele Iovine, presidente del Polo Museale Pietrasanta (basilica da poco riaperta dopo varie vicissitudini), il sottosegretario Mibact Antimo Cesaro, il presidente Gruppo Credem Giorgio Ferrari e l’assessore comunale alla Cultura Nino Daniele. «Ci prendiamo cura della Pietrasanta dal 2000 – ha affermato Iovine –, quando siamo arrivati era tutto recintato, c’era un campo di calcio, versava in stato di abbandono. Precedentemente addirittura c’era un meccanico. Oggi grazie alla sinergia tra pubblico e privato questo monumento viene restituito alla città».
Prima di sedersi su un trono per il collegamento con una trasmissione tv, Sgarbi annuncia l’arrivo di un altro Caravaggio. È la celebre Adorazione dei pastori che da Messina approderà in prestito al museo Madre, nella chiesa Donnaregina vecchia, il 28 dicembre.
La «Maddalena» di Caravaggio e altre meraviglie Il curatore: «Nessun filo conduttore, solo capolavori»