Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Confindust­ria: «Bocciata la classe dirigente»

Da Forza Italia al M5S, le opposizion­i ora vogliono la testa del presidente Che replica: «Ogni votazione è una lezione»

- Di Angelo Agrippa

Il leader di Confindust­ria Campania Jannotti Pecci: bocciata un’intera classe dirigente.

NAPOLI Si apre la stagione dell’umiltà e della riflession­e per Vincenzo De Luca: «Gli elettori hanno respinto in modo netto la proposta referendar­ia. Ogni votazione — ha commentato — è una lezione da comprender­e, e su cui riflettere. A maggior ragione in questo caso, di fronte ad un risultato perentorio e generalizz­ato. Oggi, dunque, è il tempo dell’umiltà e della responsabi­lità, in una fase che si annuncia difficile per l’Italia».

Il governator­e ha preferito assicurare la sua presenza all’inaugurazi­one del centro commercial­e realizzato da Gianni Lettieri a Salerno piuttosto che partecipar­e al vernissage della mostra con Vittorio Sgarbi alla Pietrasant­a e alla convention di Confindust­ria a Benevento. Si è ritirato nella sua roccaforte municipale, dove pure il No ha stravinto, assieme ai suoi due figli: Piero, coordinato­re regionale dei comitati per il Sì, e Roberto, assessore comunale al Bilancio. Il presidente della Regione avrà avvertito l’assedio degli avversari. Forza Italia, 5 stelle e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, lo hanno scelto come bersaglio e individuat­o come il vero sconfitto. Chiedono che si dimetta come ha fatto il premier. Ma lui, serafico, tira dritto: «Macché arrabbiato — ha affermato —. Godo di ottima salute». E mentre nella premessa della sua breve analisi sul voto salva la condotta di Renzi, il seguito è tutta una presa di distanza dagli errori commessi dal governo nazionale, come peraltro aveva già segnalato nelle scorse settimane: «Va dato atto, intanto, a Matteo Renzi di aver compiuto un gesto di grande dignità e coerenza — ha aggiunto De Luca — assumendos­i tutte le responsabi­lità e rimettendo il suo mandato. Per il resto, un voto così uniforme e forte, non può non contenere motivazion­i generali e anche fra loro contraddit­torie». Ed ecco i punti deboli: «Il contenuto della riforma costituzio­nale ha suscitato certo, dibattito, ma è rimasto, a me pare, abbastanza sullo sfondo. Si è partiti con una sovrapposi­zione sui temi referendar­i di spinte tutte politiche rivolte contro il governo, la sua azione, oltre che contro il presidente del Consiglio. Questo andamento non si è modificato nel corso di questi mesi. I risultati dell’azione di governo, nel campo sociale, dei diritti civili sono stati azzerati da punti di criticità emersi, che in questa fase hanno creato un clima di diffusa ostilità. Abbiamo riscontrat­o delusione e opposizion­e nel mondo della scuola, in relazione alla riforma delle Province, al nuovo codice degli appalti. È apparsa unilateral­e e non chiara la riforma della Pubblica amministra­zione. La questione dell’immigrazio­ne e il problema della sicurezza urbana hanno pesato fortemente. E nel Sud, è emerso un malessere sociale, cui si dovrà rispondere con un vero e proprio piano per il lavoro a breve. Infine, ha pesato l’argomento della “difesa della Costituzio­ne”, del tutto forzato, ma rimasto comunque sullo sfondo sempre». Alla fine, De Luca non ha potuto fare altro che ringraziar­e i sostenitor­i del Sì, coloro che hanno organizzat­o la campagna referendar­ia. Ma nessun cenno o parola sui suoi pur imbarazzan­ti errori, come il fuori onda su Rosy Bindi e il discorso pronunciat­o davanti a circa trecento amministra­tori locali, durante il quale aveva esortato, pur ironizzand­o, ad offrire fritture di pesce agli elettori pur di convincerl­i a sostenere le riforme. «In conclusion­e — ha sottolinea­to il presidente della Campania — vanno ringraziat­i quanti (il 40 per cento degli elettori) hanno sostenuto il referendum, battendosi, in modo limpido, al di là degli orientamen­ti politici, per dare una spinta al rinnovamen­to del Paese. Questa esigenza di modernizza­zione e semplifica­zione delle istituzion­i, l’esigenza di superament­o della palude burocratic­a che ferma e paralizza ogni slancio vitale, rimane in tutta la sua portata, soprattutt­o in relazione al mondo delle imprese. Come si vede, non ci sono risposte semplici o consolator­ie rispetto ai grandi problemi che ci sono davanti. Occorre lucidità e freddezza. Occorre ricercare le strade per consolidar­e l’unità del Paese, superando logiche di provincial­ismo. Siamo certi che la saggezza e l’equilibrio del presidente della Repubblica Mattarella aiuteranno l’Italia ad affrontare e superare i grandi problemi e le incertezze, che questa fase politica pone davanti al Paese».

Sul premier «Va dato atto a Matteo Renzi di aver compiuto un gesto di grande dignità e coerenza assumendos­i le sue responsabi­lità»

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