Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il gran ritorno degli ex Dc
NAPOLI Ogni vittoria politica ha sempre molti padri. Ma stavolta il trionfo del No al referendum ha addirittura riesumato il vecchio entusiasmo democristiano dei cosiddetti «cavalli di razza». Ex combattenti e reduci? Macché. Da Clemente Mastella a Ciriaco De Mita, il loro servizio permanente effettivo prosegue a capo dei loro municipi, così per Paolo Cirino Pomicino, l’ex ministro andreottiano al Bilancio, oggi al vertice della società di gestione della Tangenziale di Napoli. Li hanno definiti in tutti i modi: dinosauri, gerontocrati; ma sono ancora lì.
Mastella, sindaco di Benevento, ha convocato una conferenza stampa al Comune per segnalare che è la sua città a meritare la medaglia d’oro al valore della resistenza contro le riforme costituzionali, grazie al 71 per cento circa dei voti raccolti dal No. «Bisogna ricordare — ha spiegato — che qui a Benevento la Lega Nord non c’è, che Fratelli d’Italia è pressoché inesistente, che il Movimento Cinque Stelle è stato ridotto al 12 per cento alle ultime comunali dalla mia discesa in campo. Per cui, quegli undici punti al di sopra della media nazionale sono da considerare merito nostro: di questa giunta, di questa amministrazione, di questa classe dirigente. Ricordiamo anche le manifestazioni che abbiamo fatto in tal senso assieme a Forza Italia e all’Udc. La somma dell’accozzaglia ha determinato questa sorta di piccola apocalisse con la vittoria del No. Benevento è stato il primo capoluogo in Campania per il No con il suo 71%». L’ex leader dell’Udeur, e primo cittadino sannita, ha anche annunciato di essere pronto ad una nuova discesa in campo a livello nazionale: «Faremo qualcosa di sicuro, assieme a qualcun altro, a livello nazionale. Per rispondere allo sfarinamento che si sta registrando, il momento richiede a chiunque di dare il suo contributo. Pur essendo affezionato alla mia esperienza di sindaco ritengo che serva una proposta politica». Se Mastella si rifà avanti (probabilmente ritrovando il suo ex gemello politico Pierferdinando Casini) pure l’ex ministro Paolo Cirino Pomicino, dopo aver condotto una campagna referendaria con la passione di un crociato con lo scudo, invocando addirittura la protezione divina per l’Italia, a urne chiuse ha lanciato il suo accorato appello pregno di ecumenismo democristiano: «Amici carissimi — ha commentato — iniziamo ad esultare, ma abbracciamo anche chi ha sbagliato a votare perché apparteniamo a quelli che vogliono l’unità del paese». E Ciriaco De Mita, sindaco di Nusco, colui che il premier Matteo Renzi aveva sfidato in un confronto tv su La7 per rinfacciargli che per quarant’anni non aveva riformato nulla e che ora giudicava «frettolosa» la modifica costituzionale proposta dal governo? Anche lui esulta. Ma con moderazione. Cosicché il nipote-deputato, Giuseppe, vicesegretario nazionale dell’Udc, ha subito avvertito gli intemperanti: «Non ci sono vincitori del referendum. L’esito del voto rappresenta più di tutto il sentimento di insofferenza diffusa verso le false promesse di cambiamento,