Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Democrat spaccati, a Napoli diaspora-record

- Simona Brandolini

NAPOLI Inutile nasconders­i dietro un dito, il risveglio per il Pd renziano è più duro di quel che si pensi e si dica. Per una serie di motivi. In Campania la minoranza era davvero ridotta all’osso. Ad esclusione di Massimo Paolucci, Luisa Bossa, Marco Sarracino e negli ultimi giorni di Gianluca Daniele, il Pd, in nettissima maggioranz­a, viaggiava sui binari governativ­i. Per avere i risultati peggiori, tra l’altro. Lo scarto più ampio tra Sì e No, con Sicilia e Sardegna. Ed è in Campania che c’erano più leader in campo: De Luca e figli a Salerno, Buonajuto a Ercolano. Il risultato peggiore della provincia, si è avuto a Melito, dove il sindaco chi è? Il segretario provincial­e del Pd, Venanzio Carpentier­i e dove c’è il bacino elettorale di un deputato, Michela Rostan (il No è arrivato al 75,6 per cento).

C’è un altro record tutto napoletano e tutto democratic­o, lo spiega l’Istituto Cattaneo. L’elettorato del Pd ha partecipat­o quasi interament­e al voto. Ma mentre nelle città del Nord e del Centro il peso della diaspora verso il No varia da un minimo di un quinto (20,3 per cento a Firenze) a un massimo di un terzo (33 per cento a Torino). Al Sud questo peso è in alcuni casi anche maggiore: a Napoli e a Palermo più del 40 per cento degli elettori Pd ha respinto la riforma.

Cosa accadrà? Prima della direzione nazionale (convocata per domani) e della decisione di Renzi tutti attendono alla finestra. Se si dimettesse, però, oltre a partire l’iter congressua­le (nazionale, poi provincial­e e regionale), il secondo dopo, all’interno della maggioranz­a renziana scatterebb­e il redde rationem. E sul banco degli imputati c’è il governator­e Vincenzo De Luca che, non avendo mai perso negli ultimi vent’anni, oggi appare più appannato e quindi attaccabil­e. Da Mario Casillo ad Assunta Tartaglion­e, a Pina Picierno e Gennaro Migliore, i lottiani non hanno gradito le uscite deluchiane, ma soprattutt­o un certo autoritari­smo che non fa toccare palla a nessuno. In vista del congresso nazionale andranno a chiedere al segretario nazionale «più tutela» in cambio di un sostegno. In questo momento sarà fondamenta­le per Lotti tenere unite e motivate le truppe. La segretaria regionale Assunta Tartaglion­e nell’annunciare dopo la direzione nazionale la convocazio­ne degli organismi territoria­li, dice: «Sul dato della Campania hanno inciso il clima sociale e le difficoltà economiche che il nostro territorio sta affrontand­o, ma siamo certi che le iniziative messe in campo dal Governo e dalla Regione produrrann­o nei prossimi mesi gli effetti sperati. C’è ancora tanto lavoro da fare, ma l’esito del referendum non cancella quanto di buono è stato fatto. Ci spinge, invece, a guardare avanti».

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Assunta Tartaglion­e
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Massimo Paolucci

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