Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sulla Coppa Italia «ballano» 8 milioni

Dal premio della Lega Calcio al bonus di partecipaz­ione alla Supercoppa italiana Il Napoli punta al «tesoretto» del trofeo e valorizzar­e il suo brand a livello internazio­nale

- Salvatore Avitabile

Non è la Champions League ma il «tesoretto» che offre la Coppa Italia non è da sottovalut­are. Chi vince il trofeo guadagnerà non meno di 7,5 milioni di euro. Tre i parametri: il premio della Lega Calcio di 2,5 milioni di euro, metà incasso della finale di Roma (lo scorso anno la Juventus, vincitrice della Coppa Italia contro il Milan, percepì 1,8 milioni di euro) e il premio di 3 milioni di euro per la partecipaz­ione alla Supercoppa Italiana.

La Coppa Italia è sponsorizz­ata da Tim e i diritti television­i fino all’edizione del 2018 sono della Rai. Un piccolo «tesoretto», insomma. Il club, invece, che perde la finale riceverà solo circa 4 milioni di euro.

Come detto: non è la Champions League ma la Coppa Italia è un trofeo a cui il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, tiene molto. Non è un caso che il club azzurro ha già vinto il trofeo già due volte, nel 2012 nella finale contro la Juventus di Antonio Conte e nel 2014 battendo la Fiorentina per 3-1 nella tragica serata del ferimento di Ciro Esposito (il tifoso napoletano poi morto successiva­mente nel PolicliniS­upercoppa co Gemelli di Roma). Una Coppa Italia, insomma, importante per il prestigio e per introiti che - se non sono paragonabi­li a quelli della Champions League - non vanno certamente trascurati.

Ma c’è un altro aspetto che non va sottovalut­ato: chi vince la Coppa Italia partecipa alla finale della Supercoppa Italia a Doha, in Qatar. Il Napoli nel 2014 nel paese arabo vinse la Italiana contro la Juventus. Aveva già perso la Supercoppa del 2012, in Cina, contro i bianconeri di Torino non senza polemiche per presunte decisioni arbitrali sbagliate.

La Supercoppa Italiana è, ormai, un veicolo di promozione del «brand» dei club. Aurelio De Laurentiis punta a lanciare il marchio Napoli anche all’estero, soprattutt­o sui mercati di Cina, Stati Uniti, Emirati Arabi e Sud America. Anche per questo motivo la partecipaz­ione alla Supercoppa (ne ha diritto in primo luogo chi vince la Coppa Italia) diventa per il patron del Napoli un obiettivo importante e strategico per valorizzar­e il processo di valorizzaz­ione del club partenopeo.

Come si sa il presidente azzurro sogna un campionato europeo per club, sul modello della Nba americana, soprattutt­o per poter gestire meglio gli introiti provenient­i dai diritti televisivi e dagli sponsor tecnici.

Una «superlega», senza retrocessi­oni, che punta soprattutt­o sui club europei che hanno un grande bacino di utenza. Un progetto «europeista» che però poco attrae chi gestisce il mondo del calcio.

Un piccolo passo avanti in questa direzione, però, ci sarà nell’edizione 2018-2019 della Champions League. Nascerà una sorta di Superchamp­ions perché le nazioni più in alto nel rating europeo avranno di diritto quattro squadre ai gironi di Champions League. E tra le nazioni c’è anche l’Italia che potrà giocarsi le chance per la vittoria finale con quattro formazioni.

Per il Napoli sarebbe l’opportunit­à di poter giocare ogni anno in Champions e, di conseguenz­a, incrementa­re il proprio fatturato con la possibilit­à di allestire una formazione competitiv­a grazie all’acquisto di campioni e talenti di livello internazio­nale.

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Nel 2014 Il capitano del Napoli, Marek Hamsik, alza la Coppa Italia vinta dagli azzurri tre anni fa contro la Fiorentina

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