Corriere del Mezzogiorno (Campania)
CASACORRIERE NELLA NAPOLI AL QUADRATO
Il Rione Sanità, quello definito da Ermanno Rea «una Napoli al quadrato», è un luogo magico ricco di risorse, ma anche di sofferenze. La bellezza dei suoi tratti, la ricchezza dei suoi gioielli, la finezza delle sue trine restano inalterabili dal tempo, ma parimenti, si scorgono sul suo viso i segni profondi di un dolore altrettanto perenne. Al Rione Sanità si è ripreso a far musica, teatro, danza e a recuperare i beni storicoartistici. Nel Rione ormai c’è la consapevolezza che Napoli va rigenerata, ricostruita e restaurata, nelle cose e nello spirito. La tutela e la valorizzazione del patrimonio storico artistico, per noi del Rione Sanità, sono la chiave per riscoprire un antico modello di sviluppo umano ed economico. Quello che succede oggi al Rione Sanità è il racconto di tante donne, uomini, giovani e non che come efficacemente ricorda il professore Andrea Carandini stanno costruendo «la forza del contesto». La forza del contesto, cito la lucida analisi di Carandini, «non può stare in una cosa singola, per quanto eccelsa, ma nell’insieme delle relazioni che alle cose conferisce reciproca attrazione, congruità, significato e valore e alle persone benessere». Così è accaduto, accade e avverrà in futuro in questa parte d’Italia. È accaduto che, ad esempio, quando decidemmo, insieme con l’associazione «Tutti a Scuola», di mettere mano responsabilmente alla restituzione all’umanità di una bellezza straordinaria come le Catacombe di San Gennaro, lo facemmo partendo dai bisogni e dai diritti degli ultimi.
Dai bisogni e dai diritti dei disabili. Come una magnifica alchimia e un potente inno alla solidarietà decidemmo di inaugurare le Catacombe prive di barriere architettoniche. Lo abbiamo fatto perché è naturale, non perché siamo bravi. Lo abbiamo fatto perché tutti, ma proprio tutti hanno il diritto di condividere un dono, la nostra storia, che non ci appartiene singolarmente ma che ci arricchisce tutti solo se condivisa.
Qui alla Sanità, sostenuti della Fondazione di Comunità San Gennaro, lontani dalla miserevole politica degli slogan e dei populismi di ogni genere, forse sta nascendo, cito nuovamente il professore Carandini, «la giovane Italia di questo millennio. Una nazione spoglia di nazionalismo che ha ritrovato l’amor patrio; critica degli aspetti negativi della nostra civiltà, ma capace di riconoscerne gli aspetti buoni e belli. Un paese nudo rispetto alle ideologie fallimentari e ai preconcetti che hanno immobilizzato per decenni la nostra società, ma armato di fattiva benevolenza, perché la fortuna sta pur sempre nelle nostre mani e non nella pervasiva e distruttiva polemica». In questo contesto si inserisce «CasaCorriere», iniziativa promossa dal Corriere del Mezzogiorno e dal Corriere della Sera, che ha deciso di tornare nel nostro amato Rione, nella nostra «Napoli al quadrato», per evidenziarne i pregi e la voglia di riscatto.
Qui ci siamo noi, quelli che tenacemente di parte, dalla parte dei disabili, dei poveri, dei senza lavoro, dei migranti che il quartiere accoglie tutti i giorni, costruiscono speranze concrete non per farsi notare o raccogliere consensi, ma per risolvere i problemi uno dopo l’altro, all’interno di una visione.
Auguriamo a tutti quelli che ci governano ed amministrano di poter condividere una visione fatta di scelte chiare, priva di retorica e piena di quella umanità formata di «anime ingenue, dubitose, benevole, operative, sperimentatrici che non temono di sbagliare ma che si impegnano nel correggersi, bonificando anche solo una pozzanghera della immane palude nella quale siamo fino alla cintola». Noi la nostra parte la stiamo facendo.