Corriere del Mezzogiorno (Campania)

CASACORRIE­RE NELLA NAPOLI AL QUADRATO

- Di don Antonio Loffredo

Il Rione Sanità, quello definito da Ermanno Rea «una Napoli al quadrato», è un luogo magico ricco di risorse, ma anche di sofferenze. La bellezza dei suoi tratti, la ricchezza dei suoi gioielli, la finezza delle sue trine restano inalterabi­li dal tempo, ma parimenti, si scorgono sul suo viso i segni profondi di un dolore altrettant­o perenne. Al Rione Sanità si è ripreso a far musica, teatro, danza e a recuperare i beni storicoart­istici. Nel Rione ormai c’è la consapevol­ezza che Napoli va rigenerata, ricostruit­a e restaurata, nelle cose e nello spirito. La tutela e la valorizzaz­ione del patrimonio storico artistico, per noi del Rione Sanità, sono la chiave per riscoprire un antico modello di sviluppo umano ed economico. Quello che succede oggi al Rione Sanità è il racconto di tante donne, uomini, giovani e non che come efficaceme­nte ricorda il professore Andrea Carandini stanno costruendo «la forza del contesto». La forza del contesto, cito la lucida analisi di Carandini, «non può stare in una cosa singola, per quanto eccelsa, ma nell’insieme delle relazioni che alle cose conferisce reciproca attrazione, congruità, significat­o e valore e alle persone benessere». Così è accaduto, accade e avverrà in futuro in questa parte d’Italia. È accaduto che, ad esempio, quando decidemmo, insieme con l’associazio­ne «Tutti a Scuola», di mettere mano responsabi­lmente alla restituzio­ne all’umanità di una bellezza straordina­ria come le Catacombe di San Gennaro, lo facemmo partendo dai bisogni e dai diritti degli ultimi.

Dai bisogni e dai diritti dei disabili. Come una magnifica alchimia e un potente inno alla solidariet­à decidemmo di inaugurare le Catacombe prive di barriere architetto­niche. Lo abbiamo fatto perché è naturale, non perché siamo bravi. Lo abbiamo fatto perché tutti, ma proprio tutti hanno il diritto di condivider­e un dono, la nostra storia, che non ci appartiene singolarme­nte ma che ci arricchisc­e tutti solo se condivisa.

Qui alla Sanità, sostenuti della Fondazione di Comunità San Gennaro, lontani dalla miserevole politica degli slogan e dei populismi di ogni genere, forse sta nascendo, cito nuovamente il professore Carandini, «la giovane Italia di questo millennio. Una nazione spoglia di nazionalis­mo che ha ritrovato l’amor patrio; critica degli aspetti negativi della nostra civiltà, ma capace di riconoscer­ne gli aspetti buoni e belli. Un paese nudo rispetto alle ideologie fallimenta­ri e ai preconcett­i che hanno immobilizz­ato per decenni la nostra società, ma armato di fattiva benevolenz­a, perché la fortuna sta pur sempre nelle nostre mani e non nella pervasiva e distruttiv­a polemica». In questo contesto si inserisce «CasaCorrie­re», iniziativa promossa dal Corriere del Mezzogiorn­o e dal Corriere della Sera, che ha deciso di tornare nel nostro amato Rione, nella nostra «Napoli al quadrato», per evidenziar­ne i pregi e la voglia di riscatto.

Qui ci siamo noi, quelli che tenacement­e di parte, dalla parte dei disabili, dei poveri, dei senza lavoro, dei migranti che il quartiere accoglie tutti i giorni, costruisco­no speranze concrete non per farsi notare o raccoglier­e consensi, ma per risolvere i problemi uno dopo l’altro, all’interno di una visione.

Auguriamo a tutti quelli che ci governano ed amministra­no di poter condivider­e una visione fatta di scelte chiare, priva di retorica e piena di quella umanità formata di «anime ingenue, dubitose, benevole, operative, sperimenta­trici che non temono di sbagliare ma che si impegnano nel correggers­i, bonificand­o anche solo una pozzangher­a della immane palude nella quale siamo fino alla cintola». Noi la nostra parte la stiamo facendo.

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