Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Maschera, quintetto da sold out «Nel nuovo disco Napoli e l’Africa»

Il gruppo folk rock partenopeo continua la sua marcia verso il successo Dopo il tutto esaurito al Bellini domani si esibisce al campus di Fisciano Il leader Roberto Colella: «Il nuovo disco? Diviso fra Napoli e l’Africa»

- di Mario Basile

Èuna delle band emergenti più gettonate della scena napoletana. In quattro anni di vita, La Maschera, gruppo capitanato da Roberto Colella, si è conquistat­o un posto di rilievo nell’universo musicale partenopeo colleziona­ndo pienoni su pienoni nei concerti nelle piazze e nei locali. Subito dopo i Foja, insomma, ci sono loro. E come il gruppo guidato da Sansone, arrivato perfino al San Carlo l’anno scorso, anche i ragazzi de La Maschera hanno da poco provato l’ebbrezza di esibirsi in un teatro importante, al Bellini un mese fa, aggiungend­o un nuovo sold out alla loro bacheca.

Domani, invece, alle 22, il quintetto folk rock – completato da Vincenzo Capasso (tromba), Antonio Gomez (basso), Marco Salvatore (batteria) e Alessandro Morlando (chitarra elettrica) – si esibirà a Fisciano, nella piazza dei Giovani del campus dell’Università di Salerno. Tra qualche settimana inizierà a registrare il secondo album, in uscita dopo l’estate per l’etichetta Full Heads. Il titolo non è ancora stato deciso: «Il nome sarà al “femminile” e le canzoni sono già pronte. Il disco, rispetto al primo, viaggia maggiormen­te verso la world music. Sarà diviso a metà: una parte napoletana e una africana», anticipa Roberto Colella, 26 anni, cantante e autore delle canzoni. Il segmento legato all’Africa è frutto di un viaggio della band in Senegal, insieme al cantanaspe­ttative. te Laye Ba, una gloria locale trapiantat­a da anni a Napoli. Dieci giorni di esibizioni in tv, tra cui quella di Youssou N’Dour, interviste sui quotidiani e un tour alla scoperta del posto: «Le passeggiat­e nei quartieri poveri con i bambini che ti chiedevano sorridendo spiccioli o qualcosa da mangiare – ricorda Colella – mi sono rimaste dentro. Da quest’esperienza ho tratto una serie di canzoni che avranno un “mood” e un carattere musicale legato ai suoni di quella terra». Dall’altra parte, invece, ci sarà Napoli e il suo bagaglio di storie. Come già accaduto nel primo disco, «’O vicolo ‘e l’alleria», con il primo singolo che puntava su un simbolo intramonta­bile: Pulcinella. Il boom del videoclip aprì di fatto l’avventura de La Maschera. Proprio mentre Colella, studente di lingue all’università, stava per partire per Praga in Erasmus: «Stavo per abbandonar­e l’idea, è vero. Forse per questo il tema della partenza nel primo disco è così forte. Sono stati quattro anni fortunati, siamo andati oltre le nostre Il successo al Bellini non l’avremmo mai immaginato. In quel live ci siamo riappropri­ati per una sera della dimensione teatrale racchiusa nel nostro nome. All’inizio infatti pensavamo di unire teatro e canzone, poi le cose ci hanno portato da un’altra parte. Il nome deriva proprio dalla forte componente teatrale della città. Che molto spesso pare un teatro a cielo aperto». Vale anche per la periferia, luogo da cui provengono i componenti della band. Colella compreso: «Il centro storico è pieno di personaggi e storie incredibil­i. Questo tratto in periferia è visibile e in modo più marcato». Della Napoli che vive giorno dopo giorno dice ancora: «La guardo con occhi speranzosi. Sotto il profilo culturale una piccola rivoluzion­e c’è stata, anche se deve ancora entrare nelle case della gente. Parlo della rivoluzion­e legata all’evoluzione. Il giorno in cui accadrà questo ci sarà un vero cambiament­o. La semplice rivoluzion­e alla fine conduce sempre allo stesso punto».

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Insieme Roberto Colella con Vincenzo Capasso, Antonio Gomez, Marco Salvatore e Alessandro Morlando

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