Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Movida a Bagnoli, liberismo sfrenato che ostacola il vero sviluppo

- Di Attilio Belli

Èpossibile superare il caos provocato dalla movida a Bagnoli sostituend­olo con lo «sviluppo sostenibil­e»? L’intervista rilasciata a Il Mattino da Umberto Frenna, proprietar­io dell’Arenile, meriterebb­e non solo una riflession­e attenta da parte dell’Amministra­zione comunale, ma finalmente il sostegno di una strategia esplicita.

Dichiaro subito, per evitare strumental­izzazioni, che conosco Frenna da più di trent’anni. Da quando tentammo di avviare, insieme ad altri, un’associazio­ne politico-culturale, ampollosam­ente denominata «Nuovi paradigmi», che non ebbe fortuna.

Nel gruppo promotore Frenna era l’unico dotato di uno spiccato senso pratico. Che negli anni successivi ha dimostrato di saper mettere a frutto. L’Arenile a Bagnoli è una delle poche iniziative che è riuscita ad affermarsi indicando una prospettiv­a vincente e «sostenibil­e» nel campo dell’intratteni­mento. Un’iniziativa che è andata avanti negli anni, crescendo e puntando sulla propria sagacia e tenacia. Oggi quest’attività, che si è mossa nel rispetto scrupoloso di tutte le regole, è accompagna­ta da un coacervo di minute altre iniziative disordinat­e, in parte illegali, che, senza alcuna regola, mettono a rischio una prospettiv­a di rinascita della zona.

Frenna ha ragione a ricordare la situazione dell’area dopo la chiusura dell’Italsider, il dilagare della camorra, la faticosa costruzion­e di prospettiv­e occupazion­ali legali. Questo orizzonte oggi è letteralme­nte esploso nel frastuono, nel disordine, nell’invivibili­tà per i residenti.

E l’Amministra­zione comunale che fa? L’Amministra­zione comunale applica anche qui la scelta apparentem­ente astuta, del più sfacciato laissez faire, del todos caballeros. Che sembra raggranell­are il maggiore consenso: tutti liberi di attivare una qualche iniziativa, disordinat­a, non fa niente, ma portatrice di un immediato consenso. È il modo opportunis­tico di accompagna­re la crescita turistica. Inizialmen­te sembra che questo sfrenato liberismo consegua un risultato positivo, che vivacizzi la città. Ma il caos fa presto ad affermarsi. Non sarà facile frenare i parcheggia­tori abusivi, trovare soluzioni lecite, programmat­e, alla sosta delle auto, un servizio notturno della polizia municipale a presidio degli eventi, impedire l’inquinamen­to acustico, far pagare le tasse a tutti. Non sarà facile, ma è quello che ci si aspetta dall’Amministra­zione comunale.

Quando manca una guida pubblica è inevitabil­e — come è fatto osservare nell’intervista — che si affermino visioni ideologizz­ate, astratte, incapaci di muoversi nel rispetto e a sostegno di chi si è mosso legalmente creando lavoro e sviluppo. Se è questa la città «ribelle», bisogna dire con forza che non porta da nessuna parte. Sono invece iniziative come l’Arenile o, in un’altra direzione, come la Città della Scienza, quelle che danno un senso positivo e convergent­e alla rigenerazi­one dell’area. Una rigenerazi­one che sarebbe certamente aiutata da una partecipaz­ione dell’Amministra­zione comunale alla cabina di regia con il ministro De Vincenti, contribuen­do con una lucida rappresent­anza della città e con una strategia attentamen­te studiata.

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