Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il curatore Fimmanò: «Arriverann­o soldi veri in cambio dei terreni»

- di Fabrizio Geremicca

La sentenza del Consiglio di Stato offre motivo di soddisfazi­one anche ai creditori di Bagnoli Futura, la società di trasformaz­ione urbana fallita. I giudici hanno infatti stabilito che non è manifestam­ente infondata la questione di legittimit­à costituzio­nale sollevata dalla curatela in merito alle procedure di indennizzo per l’esproprio dei suoli. Uno dei commi della legge del 2014, dopo alcune modifiche, prevede che Invitalia, la società per azioni controllat­a dal ministero dell’Economia, risarcisca l’esproprio dei suoli dell’ex area industrial­e - circa 300 ettari - mediante «strumenti finanziari, di durata non superiore a 15 anni, emessi su mercati regolament­ati». La curatela aveva presentato ricorso al Tar Campania, che nel 2016 lo aveva respinto, ma vince ora al Consiglio di Stato. Francesco Fimmanò, commercial­ista e docente universita­rio, uno dei curatori fallimenta­ri di Bagnoli Futura, commenta la decisione.

Perché avete presentato ricorso?

«Gli strumenti finanziari sono forme di partecipaz­ione ad un’ attività di impresa. Se va bene, chi li detiene ne trae un utile. Se va male, ci perde. Immaginare che possano essere utilizzati come corrispett­ivo dell’indennizzo per l’espropriaz­ione dei suoli, laddove tale indennizzo deve essere certo e garantito, è illogico e vessatorio. Si finisce con il trasferire sui creditori di Bagnoli Futura il rischio di un’attività di impresa, quella di Invitalia, alla quale sono assolutame­nte estranei».

Quale articolo della Costituzio­ne potrebbe essere stato violato dalla legge su Bagnoli voluta da Renzi, relativame­nte al meccanismo di indennizzo per i suoli della curatela fallimenta­re?

«La sentenza fa riferiment­o agli articoli 42 e 117. Il primo sancisce che la proprietà privata può essere espropriat­a per motivi di interesse generale, ma fa salvo l’indennizzo. Il secondo stabilisce che la potestà legislativ­a si esercita nel rispetto, tra l’altro, dei vincoli derivanti dall’ordinament­o comunitari­o e dagli obblighi internazio­nali. Nel caso specifico sarebbe stata esercitata in difformità rispetto alla Convenzion­e per la salvaguard­ia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamenta­li».

Cosa accadrà dopo questa decisione del Consiglio di Stato?

«Dobbiamo aspettare il pronunciam­ento della Corte Costituzio­nale. Se la Consulta ho fondate speranze che accada - rileverà l’illegittim­ità della norma, la curatela chiederà una stima del valore dei suoli e l’esproprio avverrà sulla base dei meccanismi ordinari. Soldi in cambio dei terreni, non aleatori strumenti finanziari. A garanzia dei diritti dei creditori che rappresent­o».

Dopo che la Consulta si sarà pronunciat­a la curatela chiederà una stima del valore dei suoli e così l’esproprio avverrà in base ai criteri: soldi in cambio di terreni

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