Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Che cosa dicono i giudici amministrativi
«L’approvazione del programma di rigenerazione urbana non è presidiata dalla necessaria intesa tra Stato e Regione, nonché da un più adeguato coinvolgimento procedimentale del Comune». Con queste parole il Consiglio di Stato ha accolto uno dei punti del ricorso del Comune di Napoli contro il commissariamento di Bagnoli, che fu deciso dall’esecutivo Renzi nel 2014 con il decreto Sblocca Italia, ed ha rimesso la palla alla Corte Costituzionale. Se la Consulta stabilirà che effettivamente la legge sull’ex area industriale viola la Carta fondamentale, la storia della bonifica prenderà un’altra piega. Rientrerà in scena Palazzo San Giacomo, che finora ha svolto l’ingrato ruolo di invitato, ma senza poteri decisionali, alla cabina di regia del commissario Nastasi. Il punto critico, argomentano i magistrati, è che le scelte urbanistiche sono state assunte, in una materia che è di legislazione concorrente, senza tener conto della competenza “propria” dell’Ente locale. Il commissario, dunque, ha scavalcato - arbitrariamente, secondo la tesi della giunta de Magistris, che il Consiglio di Stato non ritiene manifestamente infondata Regione e Comune. « Per consolidata giurisprudenza costituzionale - recita un altro stralcio della sentenza l’urbanistica e l’edilizia devono essere ricondotte alla materia del governo del territorio, di cui all’articolo 117, terzo comma della Costituzione. Materia di legislazione concorrente in cui lo Stato ha il potere di fissare i principi fondamentali, spettando alle Regioni il potere di emanare la normativa di dettaglio». Il programma di rigenerazione urbana avrebbe dovuto dunque essere preceduto da una intesa tra lo Stato e la Regione, in base all’articolo 117 della Carta, ed avrebbe dovuto valorizzare adeguatamente il ruolo del Comune, in virtù dell’articolo 118 della Costituzione. Il fatto che non sia avvenuto espone la legge su Bagnoli al rischio di illegittimità costituzionale. La circostanza, poi, che Palazzo Santa Lucia non abbia obiettato alcunché al governo, a fronte dello scavalcamento delle sue prerogative, ma si sia anzi schierata con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con Invitalia e con il commissario Nastasi per il rigetto del ricorso proposto dal Comune puntualizzano i giudici amministrativi - non inficia la legittimità di Palazzo San Giacomo a sollevare il caso.