Corriere del Mezzogiorno (Campania)
A de Magistris tessera con il seme di cannabis
NAPOLI Prosegue il tour antiproibizionista di Radicali italiani con la campagna «Radical Cannabis Club». Domani sarà la volta di Napoli, dove alle 17 presso «Il tempo del vino e delle rose» in piazza Dante si svolgerà con un incontro pubblico dal titolo «Legalizzare la cannabis? Parliamone!».
Parteciperanno il tesoriere dei Radicali Italiani, Michele Capano; la presidente Antonella Soldo; il sindaco Luigi de Magistris, Andrea Furgiuele e Antonello Sannino, segretario e presidente dell’associazione radicale Ernesto Rossi, e Raffaele Minieri, della direzione nazionale di Radicali Italiani.
Anche a Napoli, quindi, come già fatto in tante altre città, gli esponenti di Radicali Italiani pianteranno pubblicamente semi di cannabis come azione di disobbedienza civile per chiedere che il parlamento riprenda il dibattito sulla cannabis legale e e discuta la legge di iniziativa popolare firmata da 60 mila cittadini italiani, depositata a novembre alla Camera da Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni, insieme alle più importanti organizzazioni antiproibizioniste.
«A tutti coloro che ne faranno richiesta - si legge nella nota dei radicali che annuncia l’iniziativa - sarà consegnata la tessera del Radical Cannabis Club, con dentro un semino di cannabis. Una tessera onoraria sarà consegnata al sindaco de Magistris, che si è schierato a favore della legalizzazione; manco a dirlo, aderendo ad un’iniziativa a favore della legalizzazione delle droghe leggere appena 24 ore dopo l’esternazione del governatore Vincenzo De Luca, che parlando ai ragazzi del liceo Tasso di Salerno, ha detto che chi si droga non merita di vivere».
In Italia detenere, vendere o cedere un seme di cannabis è legale, ma chi lo pianta e avvia una coltivazione rischia da due a sei anni di reclusione e una multa fino a 77.468. «Il proibizionismo ha fallito - dichiarano nella nota Michele Capano e Antonella Soldo - causando danni enormi alla salute dei cittadini, alla giustizia e arricchendo mafie e organizzazioni terroristiche. Anche chi si batte in prima linea contro la criminalità oggi riconosce che legalizzare la cannabis è semplicemente un provvedimento di buon senso su cui il nostro paese sta accumulando un ritardo dannoso. Per questo continueremo a piantare “semi di libertà” in giro per l’Italia, per suonare la sveglia a un parlamento ancora prigioniero dell’ideologia proibizionista».