Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’ex sindaco Bertini: vi racconto la speculazione
Il Piano di insediamento produttivo di Marano è una idea che nasce nei primi anni della giunta guidata da Mauro Bertini, che fu eletto sindaco nel 1993. Si prevedeva, in un’area di 180 mila metri quadrati individuata in base al Prg, di costruire 36 capannoni e, nel comparto A, in realtà mai realizzato, un centro sanitario, ottanta incubatori di impresa, un asilo nido. In teoria nel Pip avrebbero dovuto trovare occupazione tra le 3000 e le 4000 persone. «I lavori racconta - ora Bertini - furono affidati in base a un bando di gara ed in regime di finanza di progetto. Il vincitore si impegnava ad investire 36 milioni di euro. Il suo guadagno sarebbe stato poi garantito dalla vendita dei capannoni al prezzo di 722 euro a metro quadro». Alla gara presero parte due imprese: Cesaro e Giustino Costruzioni. «Quest’ultima racconta Bertini - si tirò indietro prima che avvenisse l’aggiudicazione. Un’altra società che sembrava interessata a partecipare, il Consorzio Romagnolo Costruzioni, non presentò alcuna offerta. Temevano - mi disse un loro rappresentante qui in Campania - di subire condizionamenti da parte della camorra». Cesaro vinse dunque la gara ed iniziò i lavori. «Negli anni successivi - accusa Bertini - ed in virtù dell’accondiscendenza delle amministrazioni comunali che sono venute dopo di me, le quali hanno insediato negli uffici tecnici dirigenti che non hanno tutelato adeguatamente l’interesse collettivo - il Pip è stato completamente snaturato. Sono stati realizzati lotti da 1000 metri quadrati, laddove non avrebbero dovuto avere dimensioni inferiori a 2000 metri quadrati. I lotti, poi, sono stati acquistati e rivenduti al doppio del prezzo, nonostante il regolamento lo vietasse esplicitamente». Nell’area del Pip, in parte sequestrata dalla magistratura, lavorano oggi una ventina di aziende. Alcune di esse in capannoni che non hanno mai ottenuto, ne avrebbero potuto, il collaudo. Il sogno di 20 anni fa si è trasformato in un incubo ed ancora una volta la storia di Marano parrebbe intrecciarsi con vicende di malaffare e di condizionamenti malavitosi della pubblica amministrazione.