Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le sue frasi su Facebook, tremila followers e le foto della carriera criminale
Il Rolex d’oro, la Ferrari e i calici di Dom Perignon
da tremila «seguaci» che lo esaltano come un vip ma che, almeno per il momento, non lo vedranno per un po’ nelle sue osannate performance: a bordo di una Ferrari, in spiaggia mentre stappa quattro «Dom Perignon» da 200 euro a bottiglia, o alle feste di compleanno con vestiti di griffati.
Ieri i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna e della tenenza di Melito lo hanno arrestato perché il 20 giugno del 2016, quando aveva compiuto appena quindici anni, impugnò una calibro 7,65 e assassinò due affiliati della sua stessa cosca perché avevano osato ribellarsi agli ordini imposti dal clan Amato-Pagato, che era riuscito a ricompattarsi dopo la guerra che aveva combattuto contro gli AbeteAbbinante l’anno precedente e che li aveva visti perdenti, relegati al solo controllo di Mugnano e Melito. Alessandro Laperuta, 32 anni, e Mohamed Nuvo, 30 anni, continuavano a fare di testa loro e a non rispettare le «nuove regole».
Così furono attirati in una trappola in un’abitazione al quarto piano di via Giulio Cesare a Melito. Ad attendere i due c’erano il minorenne (difeso dall’avvocato Luigi Senese) assieme a due complici, identificati e indagati a piede libero. Fu lui a sparare sei colpi di pistola: tre alla testa di Laperuta che morì sul pianerottolo del balcone, e tre contro Mohamed che agonizzante fu soccorso, invano, dai pompieri che per entrare nell’appartamento dovettero sfondare la porta blindata chiusa dall’esterno. Ma anche il 15enne fu ferito all’addome da uno delle due vittime. Durante la corsa in ospedale cadde dallo scooter e fu soccorso da una pattuglia dei carabinieri. Il ragazzino si salvò ma da quel momento partirono indagini serrate che si sono avvalse anche di ricerche su Facebook. Proprio dai profili