Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Bagnoli, intesa vicina Non serve la Consulta ma solo il buon senso»
De Magistris insiste: nessuno svilisca più il nostro ruolo
NAPOLI «Un accordo per chiudere la vicenda Bagnoli è a un passo, senza aspettare che la Consulta si pronunci. Perché ora è chiaro: nessuno può avere l’arroganza di sminuire gli altri poteri. Come Comune non abbiamo mai detto cosa ci fa il Governo a Bagnoli. Erano altri che volevano eliminare il sindaco, il Comune, il Consiglio comunale. La sentenza aiuta il raggiungimento di un accordo».
Torna sull’argomento, Luigi de Magistris, che fa intravedere lo spiraglio per una chiusura del braccio di ferro che da mesi è in corso tra amministrazione comunale e Governo per il commissariamento dell’ex area industriale di Napoli legato alla legge «Sblocca Italia», e dopo che il Consiglio di Stato ha inviato alla Corte Costituzionale i quesiti di legittimità sollevati dal Comune (e Bagnoli Futura) relativi alla questione della rigenerazione urbana ed all’esproprio dei suoli.
Il sindaco auspica - e lavora per un accordo politico che potrebbe risolvere la questione Bagnoli in pochi giorni. Ne ha già parlato con il ministro del Mezzogiorno, De Vincenti, visto che i due progetti per Bagnoli - del Comune e di Invitalia - sono assolutamente simili. Forse per questo rilancia e dice: «Siamo a un passo da un accordo e non è necessario, per come sono andati gli ultimi incontri, attendere la decisione della Consulta. Basta il buonsenso».
Per de Magistris, dunque, non sarebbe necessario neppure un decreto che modifichi la norma. «Certo, garantirebbe tutti - spiega ancora - e dovrebbe andare nella direzione che abbiamo sempre sostenuto, abolire il commissariamento, rivedere tutto l’impianto dell’articolo 33». Sarebbe, secondo l’ex magistrato, un semplice ricorso alla via ordinaria, senza cabine di regia e senza squilibri tra poteri. Un dato appare scontato: ora, più che prima, al sindaco l’idea di andare in cabina di regia non lo sfiora neppure. «La decisione del Consiglio di Stato - sottolinea - del resto ci spinge a sostenere che con la via ordinaria saremmo andati più veloci. Sarebbe bastato fare gli accordi che sono stati fatti per il Patto per Napoli, per le Vele e per altre situazioni».
Il primo cittadino partenopeo, dato che la Corte Costituzionale deve anche verificare se non siano stati ingiustamente superati i poteri degli enti territoriali in materia di pianificazione urbanistica e rigenerazione urbana, chiama al «buonsenso» anche la Regione Campania, con i cui vertici lo scontro su Bagnoli è stato sempre aspro. E le frecciate all’indirizzo di De Luca, non mancano. «Il Comune di Napoli - dice - ha difeso anche la Regione dinanzi al Consiglio di Stato, perché i legali della Regione chiedevano il rigetto del nostro ricorso. La Regione ha abdicato preferendo una posizione di acquiescenza rispetto al Governo. Mi auguro che nessuno abbia l’arroganza di sminuire il ruolo del Comune, il ruolo della Regione».
«Basta con le storie delle posizioni alla Masaniello e l’isolamento della città. Abbiamo ragione di ritenere, nel rispetto dei valori costituzionali, di essere a un passo dalla firma per Bagnoli». aggiunge poi de Magistris Al fianco del sindaco, l’avvocato capo del Comune, Fabio Ferrari. Il legale di Palazzo San Giacomo ha spiegato che l’accoglimento parziale dell’appello da parte del Collegio «non riguarda solo Bagnoli ma l’eccezione accolta riguarda il tema della programmazione del territorio e della rigenerazione urbana, mettendo in discussione l’impianto dell’articolo 33 sulla programmazione dell’assetto del territorio». Ferrari ha sottolineato che così si è raggiunta «la mira della legalità costituzionale che ci sembrava tradita» e che adesso è sancito che «i livelli inferiori di governo devono essere garantiti con una valorizzazione del ruolo del Comune».