Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il sindaco a Franceschini: stop alla vendita del Monte di Pietà
Napoli ha messo in vendita i gioielli di famiglia, ma ora cerca di richiudere il forziere. E lo fa a partire dal Monte di Pietà (1539) che gli attuali proprietari (Intesa San Paolo) hanno deciso di dismettere. Per bloccare la cessione che priverebbe napoletani e turisti di un luogo-icona dei Decumani (in via San Biagio dei Librai) il sindaco Luigi de Magistris ha scritto una lettera al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Dopo aver premesso che «Napoli possiede una vasta ricchezza culturale, ambientale, artistica e storica riconosciuta dall’Unesco, Patrimonio dell’Umanità» annota: «Un esempio è il Monte di Pietà che connota ed identifica il luogo dove sorge: Spaccanapoli, cuore pulsante della città. Il Monte, costruito nel 1539, dal Vicereame spagnolo con scopi di contrasto all’usura è, da sempre, considerato e percepito come un bene comune, a fruizione pubblica. Ora sarebbe stato messo in vendita prevedendone una destinazione di struttura ricettiva». E ricorda di aver fatto personalmente una richiesta ai venditori: «Ho scritto ai vertici di Intesa San Paolo esprimendo il mio forte rammarico e chiedendo l’istituzione di un tavolo nel quale poter manifestare le considerazioni e le richieste avanzate a nome della città». Infine l’appello «affinché si possa impedire che la scelta operata da Intesa San Paolo possa determinare la sottrazione alla città del Monte di Pietà, che la nostra comunità considera, da sempre, prezioso e significativo bene comune».