Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il valzer degli aggiunti e i posti vacanti Ecco la Procura che Melillo troverà
Lunga telefonata con Fragliasso. Il nuovo capo potrebbe anticipare il suo arrivo già ad agosto
NAPOLI Giovanni Melillo potrebbe insediarsi nel suo nuovo ufficio all’ottavo piano già ad agosto, senza aspettare la ripresa post-ferie; fino ad allora la Procura continuerà a essere diretta da Nunzio Fragliasso, procuratore aggiunto e coordinatore della sezione reati ambientali che Giovanni Colangelo aveva scelto come suo vice. I due si sono già sentiti: Fragliasso, infatti, è stato informato della nomina di Melillo in tempo reale dal Csm e subito dopo lo ha chiamato per congratularsi. La Procura di Napoli Melillo la conosce bene: dal 2009 al 2014, infatti, è stato procuratore aggiunto, prima responsabile della sezione reati predatori, poi alla Dda. Negli ultimi tre anni, quelli che ha trascorso a lavorare come capo di gabinetto del ministro Orlando, alcune cose sono tuttavia cambiate e l’assetto dell’ufficio va ridisegnato. Fausto Zuccarelli, che da procuratore aggiunto coordinava la sezione reati finanziari, il pool antiterrorismo e le rogatorie internazionali, oltre ad essere responsabile della sicurezza di edifici e lavoratori degli uffici giudiziari, ha esaurito il suo compito: trascorsi otto anni, non può più continuare a fare l’aggiunto e dunque è tornato sostituto. Con un provvedimento provvisorio, Fragliasso ha suddiviso i suoi incarichi tra gli altri aggiunti: di criminalità economica e rogatorie internazionali si sta occupando Luigi Frunzio, che è il coordinatore della sezione fasce protette (maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali, femminicidi). Le indagini sul terrorismo sono affidate a un pool di tre pm (Catello Maresca, Maurizio De Marco e Gianfranco Scarfò) con la supervisione di Rosa Volpe, che è anche responsabile dell’esecuzione e delle misure di prevenzione. Per la sicurezza di edifici e lavoratori degli uffici giudiziari è competente Giuseppe Lucantonio.
Un altro problema da risolvere riguarda la Dda, dove bisogna rimpiazzare due sostituti: uno, Michele Del Prete, è andato di recente alla Dna; un altro manca da molti mesi, ma Colangelo decise di non sostituirlo perché non voleva mettere in ginocchio le altre sezioni, i cui magistrati, a causa dell’agitazione dei vice pretori onorari, erano costretti ad andare in udienza tutti i giorni. Ci sono, infine, le grane di sempre, a cominciare dalla carenza di organico. Un segnale positivo arriva dal ministero, anche se riguarda la Corte d’appello e non la Procura. Il plenum del Csm ha infatti approvato all’unanimità il parere favorevole alla proposta del ministro della Giustizia di rideterminazione della pianta organica degli uffici giudicanti di secondo grado delle aree metropolitane di Roma, Milano e Napoli, subordinato all’accoglimento di integrazioni ritenute «necessarie per una maggiore efficacia del progetto». Il Consiglio, con il parere formulato dalla VII Commissione, chiede al ministro di aumentare l’organico delle tre Corti d’Appello. In particolare, per la Corte d’Appello di Napoli, dove la proposta ministeriale prevede un aumento di cinque unità, il Csm chiede un aumento di altre quattro unità per un totale di nove magistrati.