Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Les Italiens de l’Opera de Paris

«Ravello nel cuore dell’Europa Da qui la danza parla al mondo»

- Di Natascia Festa

La danza è un patrimonio artistico immaterial­e. Per questo, quando il mecenate francese Bertrand du Vignaud de Villefort, pronipote del pittore Henri de Toulouse-Lautrec e presidente (dalla fondazione in poi) di World Monuments per l’Europa — la più grande organizzaz­ione al mondo che si occupi di restauri — è venuto a conoscenza della nascita de Les Italiens de l’Opera de Paris, ha deciso che quello sì era un patrimonio da sostenere da subito. Come ha fatto il Festival di Ravello che per la sezione Danza e progetti speciali che si chiude stasera, ha commission­ato alla nuova compagine creata dall’étoile Alessio Carbone due nuove creazioni, in scena (alle 21) in prima assoluta a Villa Rufolo con una terza, La nuite de la dance, che cuce coreografi­e storiche. Les Italiens ovvero tutti i ballerini presenti all’Opera di Parigi — ben 11 danzatori sui 16 stranieri ammessi dal regolament­o — sono una compagnia nata meno di un anno fa. Hanno tra i 18 e i 40 anni — il più giovane è il palermitan­o Andrea Sarri — alcuni vantano un pedigree di balletto, qualcuno arriva dalla Scala ma c’è chi ha il passaporto italiano ed è nato a Vienna e chi, come Letizia Galloni, è stata scelta per ruoli da solista da Benjamin Millepied e William Forsythe. E du Vignaud de Villefort ha appena fondato un’associazio­ne per Les Italiens a partire proprio da progetti come quelli originali disegnati per il Ravello. Da qualche giorno è in Costiera e stasera avrà un posto in prima fila al Belvedere.

Presidente, prima volta al Festival?

«Seconda a Ravello, ma prima volta al Festival per un’occasione veramente speciale, il debutto de Les Italiens, una compagnia di straordina­ri talenti. È stato un sogno vederli durante le prove vivere una magia che solo qui è possibile: i loro corpi danzanti in dialogo con la bellezza dei luoghi. Appena arrivati sono saliti sul palco del Belvedere di Villa Rufolo con una gioia incredula. Impossibil­e non lasciarsi coinvolger­e. Ho portato con me un gruppo di amici francesi e siamo incantati dalla Costiera. Qui ci sono molti turisti inglesi e americani, ho sentito poco parlare francese. È assolutame­nte necessario che questi borghi diventino meta dei miei connaziona­li».

Come è nato il proposito di fondare un’Associazio­ne a sostegno de «Les Italiens»?

«A Ginevra, durante una serata molto bella, un pianista messicano face danzare alcuni di loro. Lì Alessio Carbone mi parlò della sua idea. Da allora ci siamo incontrati molte volte e abbiamo dato vita a una Onlus per promuovere l’attività di questi giovani italiani che danno un contributo unico all’Opera, portando il fascino dell’identità italiana. Con Laura Valente abbiamo discusso un intero anno per individuar­e un tema portante che desse unicità a queste nuove creazioni. Trovo fondamenta­le il ruolo delle commission­i originali che si aggiungo al repertorio storico e dialogano con la contempora­neità».

E, proprio nel momento in cui il mondo si chiude e alza barriere fisiche e mentali, il tema è «contro tutti i muri».

«È così. Paesi in cui in passato ho lavorato con le comunità locali per recupero di beni culturali oggi sono completame­nte cambiati e ripiegati. L’Italia è un luogo privilegia­to, libero, in cui si può comunicare e creare. Progetti come questo di Ravello fanno passare messaggi universali. Da questo Belvedere la danza dialoga con il mondo. Qui i linguaggi dell’arte non hanno confini neanche tra loro, come sapeva bene mio nonno».

Appunto suo nonno Toulouse Lautrec che dagli anni Ottanta dell’Ottocento iniziò a dipingere attrici, ballerine e circensi.

«La mia discendenz­a è attraverso il cugino e amico col quale si ritraeva spesso Henri. Lautrec è stato tra i primi a credere che non c’erano barriere tra le arti. Ogni sera andava in un teatro diverso e degli spettacoli studiava con attenzione anche la luce che poi riportava nelle opere. Si era all’avvento della luce elettrica che lui rese usando oro vero nei ritratti della danzatrice americana Loïe Fuller, la prima ad usare i proiettori. Anche negli spettacoli di stasera lo studio della luce è raffinatis­simo affidato com’è a Madjid Hakimi».

Con la World Monuments per l’Europa ha mai pensato di investire a Napoli o al Sud?

«L’ho fatto in Abruzzo, dopo il terremoto dell’Aquila. Da un anno purtroppo la fondazione non esiste più perché è scomparso il benefattor­e americano che l’ha sostenuta con 120 milioni di dollari. Così io ne ho creata un’altra che ufficializ­zerò a settembre. Il Corriere è il primo a saperlo. Ho già dei progetti sull’Italia e perché no al Sud».

Messaggi e qualità di livello universale Ho creato una onlus ad hoc per il gruppo

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 ??  ?? Protagonis­ti Les Italiens de l’Opera de Paris Sotto Alessio Carbone (ph. L. Romano) In piccolo Bertrand du Vignaud de Villefort
Protagonis­ti Les Italiens de l’Opera de Paris Sotto Alessio Carbone (ph. L. Romano) In piccolo Bertrand du Vignaud de Villefort

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