Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bauduin: «Il mio Prometeo punisce gli uomini e si riprende il fuoco»
Stasera la prima della pièce vincitrice di «Migrarti 2017» bando Mibact
Dopo l’«Antigone» di Jean Anouilh diretta da Massimo Luconi, presentata nei giorni scorsi a Pompei, e la «Medea» di Jean-Louis Martinelli ospite nel 2008 del Napoli Teatro Festival, tocca ora alla «Titanogonia per Prometheo» di Mariano Bauduin, legare i contenuti della tragedia greca alla cultura e alla storia africana. Stasera, infatti, al Beggar’s Theatre di San Giovanni a Teduccio (lo spazio di via Ferrante Imparato aperto e diretto dal regista napoletano) andrà in scena questo progetto vincitore del bando «Migrarti 2017» del Mibact, legato alla figura dell’uomo che osò strappare il fuoco agli dei.
«Anche se in questo caso — spiega l’autore e regista — pur partendo dal “Prometeo” di Eschilo, la mia scrittura capovolge la vicenda, con gli dei, per bocca di Hermes, Oceano e Io, che chiedono al protagonista di sottrarre il fuoco agli uomini per riportarlo sull’Olimpo. Il motivo è semplice: il pessimo uso che ne hanno fatto, soprattutto per quanto riguarda guerre e stragi, come quelle recenti in Ruanda e Nigeria». Una bocciatura dell’umanità senza appello?
«No — prosegue — la sottrazione non è definitiva, basterà che gli uomini si mettano sulla retta via per restituire loro il vitale elemento. Rifacendomi in questo alle teorie postfreudiane di Recalcati sulla necessità del recupero della figura del padre — smantellata dal ’68 in poi — contenuta nel libro “Il complesso di Telemaco”».
Per quanto riguarda la struttura dello spettacolo, l’origine è quella della classica tragedia greca. «Ci sarà un coro, dei musicisti che suonano dal vivo e ovviamente gli attorti protagonisti. Il tutto risultato di un lungo laboratorio di integrazione, previsto dal bando ministeriale, che si è occupato della formazione mista, fra abitanti del quartiere e migranti residenti in Campania, guidata dalla Corale per San Giovanni, Dario Gessati per le scene, Marianna Carbone per i costumi e Guido Levi per le luci, indirizzato alle varie discipline del teatro, dalla recitazione alla scenografia, dai costumi all’illuminotecnica e così via».
Risultato 80 persone coinvolte fra cui 10 africani, di cui ben 8 fra cui il protagonista malese Ousmane Sanou, in scena affiancati dalle attrici Antonella Morea e Renata Fusco. Le musiche, realizzate con Gianluca Mirra e Giuseppe Di Colandrea degli Alberi di Canto Teatro, sono dello stesso Baduin eccetto l’apertura, ripresa dal «Prometeo» di Carl Orff. Lo spettacolo, a ingresso libero, sarà poi replicato in ottobre nello stesso teatro in occasione del San Giovanni Teatro Festival.