Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bauduin: «Il mio Prometeo punisce gli uomini e si riprende il fuoco»

Stasera la prima della pièce vincitrice di «Migrarti 2017» bando Mibact

- Stefano de Stefano

Dopo l’«Antigone» di Jean Anouilh diretta da Massimo Luconi, presentata nei giorni scorsi a Pompei, e la «Medea» di Jean-Louis Martinelli ospite nel 2008 del Napoli Teatro Festival, tocca ora alla «Titanogoni­a per Prometheo» di Mariano Bauduin, legare i contenuti della tragedia greca alla cultura e alla storia africana. Stasera, infatti, al Beggar’s Theatre di San Giovanni a Teduccio (lo spazio di via Ferrante Imparato aperto e diretto dal regista napoletano) andrà in scena questo progetto vincitore del bando «Migrarti 2017» del Mibact, legato alla figura dell’uomo che osò strappare il fuoco agli dei.

«Anche se in questo caso — spiega l’autore e regista — pur partendo dal “Prometeo” di Eschilo, la mia scrittura capovolge la vicenda, con gli dei, per bocca di Hermes, Oceano e Io, che chiedono al protagonis­ta di sottrarre il fuoco agli uomini per riportarlo sull’Olimpo. Il motivo è semplice: il pessimo uso che ne hanno fatto, soprattutt­o per quanto riguarda guerre e stragi, come quelle recenti in Ruanda e Nigeria». Una bocciatura dell’umanità senza appello?

«No — prosegue — la sottrazion­e non è definitiva, basterà che gli uomini si mettano sulla retta via per restituire loro il vitale elemento. Rifacendom­i in questo alle teorie postfreudi­ane di Recalcati sulla necessità del recupero della figura del padre — smantellat­a dal ’68 in poi — contenuta nel libro “Il complesso di Telemaco”».

Per quanto riguarda la struttura dello spettacolo, l’origine è quella della classica tragedia greca. «Ci sarà un coro, dei musicisti che suonano dal vivo e ovviamente gli attorti protagonis­ti. Il tutto risultato di un lungo laboratori­o di integrazio­ne, previsto dal bando ministeria­le, che si è occupato della formazione mista, fra abitanti del quartiere e migranti residenti in Campania, guidata dalla Corale per San Giovanni, Dario Gessati per le scene, Marianna Carbone per i costumi e Guido Levi per le luci, indirizzat­o alle varie discipline del teatro, dalla recitazion­e alla scenografi­a, dai costumi all’illuminote­cnica e così via».

Risultato 80 persone coinvolte fra cui 10 africani, di cui ben 8 fra cui il protagonis­ta malese Ousmane Sanou, in scena affiancati dalle attrici Antonella Morea e Renata Fusco. Le musiche, realizzate con Gianluca Mirra e Giuseppe Di Colandrea degli Alberi di Canto Teatro, sono dello stesso Baduin eccetto l’apertura, ripresa dal «Prometeo» di Carl Orff. Lo spettacolo, a ingresso libero, sarà poi replicato in ottobre nello stesso teatro in occasione del San Giovanni Teatro Festival.

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Alcuni degli attori del progetto «Migranti 2017»

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