Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nella terra degli dei
Paesaggi mozzafiato La rete dei sentieri ricalca l’antica via dei pastori e si dirama come una ragnatela invisibile unendo fra loro tutte le località Posti imperdibili, tante perle sparse
Se la realtà non vi basta, e volete ammirare i panorami che ispirarono Goethe, Wagner o Ibsen, se volete bagnarvi nel mare di Ulisse e di Enea, e bere il loro vino, c’è un solo luogo al mondo che fa per voi: la Costa d’Amalfi. Qui, a ridosso delle scogliere, tortuose come le avesse tracciate il volo irregolare di una farfalla, si affacciano i monti sul mare più alti d’Europa, che scale di pietra, srotolate come biscagline, congiungono con le spiagge in un cortocircuito di paesaggi mozzafiato. Il tutto, racchiuso, quasi protetto, da uno scrigno azzurro fatto di mare e cielo. Per chi ama immergersi nella natura, una rete di sentieri, che ricalca le antiche vie dei pastori, si dirama come una ragnatela invisibile unendo fra loro tutte le località. Positano, spregiudicata e opulenta, l’algida Amalfi, carica di secoli di storia gloriosa, e la raffinatissima Ravello, fieramente appartata sulle colline, il cui impressionante patrimonio d’arte e di bellezza naturale (pensiamo alla Valle delle Ferriere) non teme rivali. Oltre le celeberrime ville (Rufolo, Cimbrone, La Rondinaia), i luoghi imperdibili sono tanti: Villa Maria, ad esempio, sulla cui terrazza Gore Vidal si tratteneva spesso a pranzo, e che fu meta prediletta anche di Mussolini e di Alberto Granado, braccio destro di Ernesto Che Guevara.
Ma il tessuto della Costiera è fatto di piccole perle sparse lungo il litorale, o annidate fra la macchia mediterranea: Atrani, Praiano, Conca, Pogerola, Furore (il «paese che non c’è», letteralmente nato dall’estro della famiglia Ferraioli), e poi Agerola, che domina dall’alto e dalla quale, come da un drone, si coglie d’infilata l’intero panorama della Penisola sorrentina fino a Capri. Proprio qui, come un babelico fiume di visitatori, nasce il Sentiero degli Dei, ed è già un cult l’enorme installazione al suo ingresso, un guest wall di 20 metri quadri, dove turisti dei cinque continenti attestano orgogliosamente il proprio I was here.
Così come, digradando dal mare alla montagna, la Costiera declina la bellezza in tutte le tonalità, anche l’offerta turistica è straordinariamente varia: arte, outdoor, enogastronomia. Su quest’ultimo piano le eccellenze non si contano. Dal vino di Furore, fra i migliori d’Italia, all’ineguagliabile artigianato caseario; dagli chef d’élite come Alois Vanlangenaeker o Domenico Cuomo, ai preziosi custodi della tradizione come Mario Gentile e Nicola Giannullo; né manca il tocco femminile di Petronilla Naclerio, il cui regno è Palazzo Acampora di Paone, geniale “restauratrice di sapori”. Ecco, insomma, perché andare in Costiera. Perché qui tutto è fatato: l’odore dei limoni nel vento, i grilli nel silenzio della controra fra le pietre di un muro a secco, le architetture sospese fra cristiano e moresco.
La grande bellezza I panorami che ispirarono Goethe, Wagner o Ibsen sono sospesi tra cielo, mare e monti in Costiera amalfitana