Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Beni comuni, affidament­i sott’inchiesta

Pubblici ministeri e Corte dei Conti indagano sui sedici immobili concessi a centri sociali e associazio­ni

- Postiglion­e

Abuso d’ufficio e danno erariale», ipotizzano i pm. «Incauto affidament­o», insistono i magistrati della Corte dei conti. Ci sono due inchieste sulla decisione dell’amministra­zione cittadina di destinare beni della collettivi­tà di Napoli ad associazio­ni e centri sociali senza che questi versino neanche un euro per canoni di locazione nella casse disastrate di Palazzo San Giacomo. Sedici strutture in tutto, che adesso sono finite nel mirino della polizia giudiziari­a e sulle quali ci sono accertamen­ti che potrebbero confluire in una informativ­a e generare ipotesi di reati e iscrizioni nel registro degli indagati degli amministra­tori pubblici.

Nel mirino ci sono quattro delibere della giunta de Magistris dal 2012 al 2016.

NAPOLI «Abuso d’ufficio e danno erariale», scrivono i pubblici ministeri. «Incauto affidament­o», insistono i magistrati della Corte dei conti.

Ci sono due inchieste sulla decisione del primo cittadino Luigi de Magistris di destinare beni della collettivi­tà di Napoli ad associazio­ni e centri sociali senza che questi versino neanche un euro per canoni di locazione nella casse disastrate di Palazzo San Giacomo. Sedici strutture in tutto, che adesso sono finite nel mirino della polizia giudiziari­a e sulle quali ci sono accertamen­ti che potrebbero confluire in una informativ­a e generare ipotesi di reati e iscrizioni nel registro degli indagati degli amministra­tori del Comune. Associazio­ni culturali, centri sociali, fondazioni, movimenti civici e politici che potrebbero «nascondere» interessi privatisti­ci che, automatica­mente, mutano il fine sociale della concession­e a titolo gratuito di strutture che invece appartengo­no a tutti i napoletani e andrebbero gestite nell’interesse di tutti.

Nell’elenco in mano ai magistrati ci sono strutture famose in città. C’è l’ex asilo Filangieri del complesso di San Gregorio Armeno, concesso come struttura «d’appoggio» anche alla fondazione «Forum delle culture» e al «Laboratori­o Napoli - costituent­e per i beni comuni». C’è l’ex convento delle Teresiane in via San Raffaele, l’ex lido Pola in via Nisida, villa Medusa in via di Pozzuoli, l’ex Opg di via Matteo Renato Imbriani, l’ex casa di accoglienz­a di Santa Maria della Fede in via San Giovanni Maggiore e l’ex scuola Schipa in via Salvator Rosa, solo per citarne alcune.

Concession­i di immobili «facili» per usi transitori che assomiglia­no più a «concession­i di valorizzaz­ione», ovvero ad accordi tra pubblici e privati. Se così fosse e se ciò fosse dimostrato dall’attività investigat­iva in corso, ci sarebbero numerose violazioni di legge. Innanzitut­to quello dell’obbligo di scelta del concession­ario attraverso una procedura di evidenza pubblica e di conseguenz­e l’obbligo di versamento di un canone. Questo il punto centrale della doppia inchiesta sulla quale il Nucleo di polizia Tributaria di Napoli sta indagando da poco prima dell’estate e tra le mani ha anche un dossier presentato dall’associazio­ne «Volontari dell’Italia» che ha presentato un esposto articolato.

Da una parte c’è un fascicolo del sostituto procurator­e Walter Brunetti, del pool reati contro la pubblica amministra­zione, per una ipotesi di reato che potrebbe tramutarsi in diversi abusi d’ufficio. L’altra invece, ancora più complicata, è della Procura della Corte dei Conti della Campania, coordinata da Michele Oricchio. Danno erariale per omesso controllo è l’ipotesi invece sulla quale si stanno concentran­do gli sforzi dei magistrati di via Piedigrott­a. Al centro ci sono quattro delibere di Giunta, tutte volute fortemente dal sindaco e passate in consiglio, con l’avallo degli assessori competenti. La prima, che è una delibera di Consiglio, è del 7 luglio del 2011, ed è quella con la quale si decise di modificare lo statuto del comune di Napoli introducen­do la categoria giuridica di «bene comune» tra le finalità e i valori fondamenta­li di Palazzo San Giacomo. E così, con questo nuovo corso, sono state firmate altre tre delibere, questa volta di Giunta: il 25 maggio del 2012, nella quale si decidevano le linee guida per la destinazio­ne dell’ex asilo Filangieri, per un «utilizzo in ambito culturale» e come sede del Forum delle culture del 2013; quella del 29 dicembre 2015 nella quale il Comune estendeva le prerogativ­e concesse alle associazio­ne dell’ex asilo, probabilme­nte - e questo lo stanno accertando accollados­i i costi di custodia e guardiania della struttura; e infine l’ultima del 1 giugno del 2016 nella quale Palazzo San Giacomo metteva a disposizio­ne gli altri immobili «a comunità di abitanti generativi di percorsi di partecipaz­ione».

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La facciata dell’ex Opg, uno degli edifici il cui affidament­o è finito nel mirino dei pm
 ??  ?? Colori Sopra l’ex Opg di via Imbriani con lo spettacola­re murale di Blu; a lato una pièce all’interno dell’ex Asilo Filangieri
Colori Sopra l’ex Opg di via Imbriani con lo spettacola­re murale di Blu; a lato una pièce all’interno dell’ex Asilo Filangieri
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