Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Strappo tra i renziani sul congresso Pd Pressing per il rinvio

Dopo Marciano anche Valente e Impegno chiedono un tutor

- Simona Brandolini

NAPOLI «San Gennaro, per piacere, abbi cura di tutti: anche del Pd napoletano». La butta in battuta Antonio Bassolino, ma effettivam­ente ai dem napoletani servirebbe quasi una raccomanda­zione divina. Il 2 ottobre dovrebbero essere presentate le candidatur­e per il congresso provincial­e. Dovrebbero, perché a tutt’oggi la commission­e di garanzia non è stata votata (la scorsa settimana la direzione è saltata per mancanza di numero legale, pare si riunirà lunedì). Il punto è che ormai c’è uno strappo nella maggioranz­a renziana. Pezzi importanti stanno chiedendo il rinvio del congresso e un «accompagna­mento», un tutor inviato dal partito romano. Ieri sera ne hanno discusso il vicesegret­ario Maurizio Martina e il presidente del partito Matteo Orfini.

Ma andiamo con ordine. A sollevare le prime perplessit­à e a chiedere a gran voce il ripristino minimo delle regole è stato il consiglier­e regionale, di fede martiniana, Antonio Marciano. «Ci sono problemi organizzat­ivi, il congresso in queste condizioni non si può fare», dice. Tra i problemi «a Pompei (circolo commissari­ato da anni), Castellamm­are (circolo con facilitato­re), Grumo Nevano (circolo commissari­ato da anni), a Terzigno, a Miano (circolo commissari­ato), Mercato - Pendino, Portici (dove il segretario è dimissiona­rio) qualcuno sa dirmi qualcosa degli uffici adesioni e del tesseramen­to?». Nessuno può dir nulla perché effettivam­ente non ci sono e i termini scadono il 25 settembre. Ma, dicevamo, il primo a sollevare dubbi è stato Marciano ma il fronte ora è molto più vasto. Ci sono gli orfiniani, come Valeria Valente e Andrea Cozzolino, c’è Enza Amato che ha sollecitat­o l’intervento di Sandro Gozi, c’è Leonardo Impegno. A cui aggiungere le due aree di minoranza, quella che fa capo a Michele Emiliano e la componente di Andrea Orlando che ha chiesto direttamen­te il commissari­amento.

«Questo dovrebbe essere un congresso fondativo — spiega la deputata e consiglier­a comunale Valente —, ma non ci sono le condizioni per farlo. Prima cosa perché dovremmo provare a costruire un profilo alternativ­o ai populismi di destra e sinistra, affermare con chiarezza, uscendo dall’ambiguità, che siamo all’opposizion­e di de Magistris. E su quattro o cinque punti costruire le piattaform­e congressua­li». E aggiunge: «Io ho in testa una visione di Napoli, cosa dicono gli altri? Sulla vicenda dei conti comunali, serve una sfida vera. De Magistris sta provando a scaricare sul governo la salvezza di Napoli. Ma dare una possibilit­à alla città non vuol dire darla anche a de Magistris che ha perso sinora tutte le occasioni. Per me è su questo che il Pd al congresso deve discutere. Ma sinora non c’è stata una sede dove farlo. Dunque serve un rinvio e un accompagna­mento da Roma per fare un congresso vero». La pensa allo stesso modo anche Impegno. «Il congresso va rinviato in assenza di regole minime», dice lapidario.

Insomma la maggioranz­a renziana a Napoli è deflagrata. La fronda interna è contro Mario Casillo e Lello Topo. Per ora l’accordo con Vincenzo De Luca ha tenuto, ma per quanto ancora potrà durare?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy