Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Braccialet­ti al Cardarelli, distribuit­i i primi 136 Identifica­no i pazienti e riducono gli errori

- di Raffaele Nespoli

Come annunciato, ieri mattina al Cardarelli è partito il progetto dell’identifica­zione dei pazienti in pronto soccorso tramite i braccialet­ti dotati di codice a barre. Un avvio più che soddisface­nte, che ha permesso all’ospedale del Vomero di fare un nuovo passo avanti nella direzione di una sanità sempre più sicura e a misura di paziente. L’esperiment­o, unico in Campania per quel che riguarda una struttura pubblica, è partito dal pronto soccorso, ma presto si amplierà anche a tutti gli altri reparti.

Tanta la curiosità da parte dei pazienti, che si sono visti consegnare il braccialet­to colorato al momento del triage. Verde, giallo o rosso, a seconda della gravità del caso. Ieri nel primo giorno ne sono stati distribuit­i 136. E l’effetto è stato immediato perché, grazie ai bracciali, è ora possibile anche riuscire a individuar­e la presenza di persone non autorizzat­e, riducendo di conseguenz­a la calca ed eventuali episodi di violenza che purtroppo non sono rari.

Grazie al codice a barre, inoltre, sul bracciale attribuito al paziente (si tratta in questo caso di un colore neutro) per i medici è possibile individuar­e subito e con assoluta certezza il percorso terapeutic­o di ogni degente. Riducendo di molto il rischio di un possibile errore. L’iniziativa riguarderà (è bene ricordarlo) al momento i circa 300 pazienti al giorno che affollano il pronto soccorso del Cardarelli. Quindi un esperiment­o che presto potrebbe diventare un modello da replicare negli altri ospedali di Napoli e della Campania. Intanto, in tema di iniziative che mirano a migliorare l’assistenza, ieri è stata presentato il portale antiviolen­za «amicheperl­arete.it», frutto del protocollo d’intesa sottoscrit­to il 25 novembre 2015 tra la Regione, l’Ufficio scolastico regionale, l’Anci e l’Ordine degli Psicologi, che in quella sede si è impegnato a monitorare le strutture attive all’interno degli ambiti territoria­li della Campania. In regione sono 49 i centri che si occupando di violenza, 18 dei quali a Napoli e in provincia. Diversi gli sportelli attivi anche a Ischia, Sorrento, Pozzuoli, Sant’Antimo, Casoria, Casalnuovo, Volla, Pomigliano d’Arco, San Giuseppe Vesuviano, Castellamm­are di Stabia, Torre del Greco e due a Giugliano. Nove i Centri attivi in provincia di Caserta, di cui uno in città, 8 a Salerno (uno nel capoluogo), sei ad Avellino e Benevento.«Fenomeni come la violenza, il bullismo, il sexting rappresent­ano ormai un’emergenza sociale», sottolinea la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania, Antonella Bozzaotra. «Di violenza ci si ammala e gli psicologi, che operano in ambito sanitario, sono chiamati a fare la propria parte.

È fondamenta­le che si crei una rete sociale, nella quale tutti gli attori coinvolti mettano in campo azioni di contrasto, ognuno con le proprie competenze. Noi ci occupiamo di assistere le donne, accompagna­rle a un passo decisivo come la denuncia e svolgiamo un’azione di monitoragg­io dei centri attivi sul territorio, dove queste donne, così come le vittime di bullismo e cyberbulli­smo, devono essere indirizzat­e». Anche sul tema della violenza, il Cardarelli con il suo Centro Dafne è tra gli ospedali all’avanguardi­a e permette alle donne vittime di abusi e violenze di ottenere, oltre al supporto medico, un referto psicologic­o determinat­e per l’integrazio­ne di eventuali denunce. Il centro Dafne – codice rosa, offre infatti sostegno da parte delle psicologhe dell’associazio­ne Salute

Codice a barre Un bracciale di colore neutro consente ai medici di individuar­e subito il percorso terapeutic­o di ogni degente Il Centro Dafne Alle donne vittime di violenza consulenza per inserire in cartella un referto dal valore legale

Donna, ma anche la consulenza necessaria ad inserire in cartella un referto da valore legale al danno psicologic­o che è conseguenz­a della violenza fisica o morale.

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Il nuovo dispositiv­o scoraggia i non autorizzat­i
Estraneo chi non ce l’ha Il nuovo dispositiv­o scoraggia i non autorizzat­i

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