Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Palazzo Reale, rimossa la mini discarica
Ripuliti i luoghi dopo le denunce del Corriere ma prima era comparso finanche un frigorifero
NAPOLI Secondo una leggenda molto radicata nella cultura cittadina, le statue dei re napoletani inserite nella facciata principale del Palazzo Reale racconterebbero una «storia segreta» ai passanti di Piazza del Plebiscito: Carlo V D’Asburgo, indicando verso il basso, chiede «chi ha fatto pipì per terra?»; mano sul petto, Gioacchino Murat risponde «sono stato io, e allora?»; Vittorio Emanuele II – re d’Italia – sguaina la spada annunciando rappresaglie.
Qualcosa, in quella minaccia, sembra aver funzionato: ieri l’Asia ha cominciato a bonificare il cortile ingombro di rifiuti di Palazzo Reale, dopo tante polemiche e tre giorni di articoli del Corriere del Mezzogiorno, che per primo ha denunciato lo scandalo. Fino al pomeriggio l’immondizia c’era ancora: cumuli di rifiuti, alcuni chiusi in sacchi neri e altri sparpagliati qui e là, documenti d’archivio, cassette di legno per la frutta, materiali di risulta dei cantieri aperti fra i cortili ed i giardini. A fare scalpore sono stati, comunque, un frigorifero, un’asse da stiro ed uno stendino ben visibili nelle foto pubblicate dal nostro giornale e nelle bacheche Facebook di alcuni attivisti. Sono i simboli incongrui di questa nuova, piccola ma grande «crisi della monnezza» napoletana. Che sembra in via di risoluzione. Le denunce, fra cui quelle dell’associazione Cittadinanza Attiva e del comitato Portosalvo, hanno prodotto un’interpellanza che la senatrice Polverini (FI) ha rivolto al Ministro dei Beni Culturali Franceschini e un servizio della trasmissione Rai “Agorà”, in onda questa mattina.
La bonifica della mini discarica è cominciata mentre a Roma la questione approdava in Parlamento: via il grosso, frigorifero compreso. L’area verrà ripulita del tutto nei prossimi giorni. Fra i portici dell’edificio monumentale, a qualche metro dall’ingresso dei magnifici appartamenti reali e del museo Memus, si è svolto un inoltre piccolo vertice d’emergenza che ha visto protagonisti la direttrice del museo di Palazzo Reale Antonella Cucciniello, la sovrintendente del teatro San Carlo Rosanna Purchia ed alcuni dirigenti dell’Asia.
Resta la domanda di Carlo V: chi è stato? Per terra si vede ancora una striscia marrone scuro, rilasciata presumibilmente da un sacco pieno di fondi di caffè. Potrebbe essere stato portato lì dal bar adiacente? «Risalire alle responsabilità è praticamente impossibile, anche perché qui abbiamo trovato ogni tipo di materiale», spiega un rappresentante dell’Asia. E declina ogni responsabilità: «Quest’area è un po’ come il terrazzo di un’abitazione privata: non è previsto che i rifiuti si lascino qui, e i netturbini non hanno il dovere di ispezionarla e ripulire. Dovrebbe essere il padrone di casa a provvedere».
In mancanza del padrone di casa, per rimanere nella metafora, c’erano due condomini: il museo di Palazzo Reale e il Teatro San Carlo. Le rappresentanti delle due istituzioni, Cucciniello e Purchia, hanno preferito non entrare nel merito di come sia stato possibile arrivare, in uno dei siti monumentali più importanti d’Italia, ad una situazione di degrado simile. «È evidente che c’è bisogno di ridefinire le regole sullo smaltimento dei rifiuti all’interno di Palazzo Reale», ha commentato la sovrintendente Purchia. «È una situazione molto complicata – ha sottolineato la direttrice Cucciniello – perché bisogna mettere d’accordo tutti gli enti e gli uffici che hanno sede qui. Per esempio: ha idea di quanti rifiuti possa produrre il San Carlo, da solo?».
La situazione sembra essersi risolta, per adesso. Vittorio Emanuele II sguaina la sua spada verso il cielo e lì resta, immobile, incerto su cosa fare.