Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Garella: «Non so nulla, sono stato lontano da Napoli E non rispondo alle accuse»
Il soprintendente: «Contro di me solo ciance in libertà»
NAPOLI Cade dalle nuvole il soprintendente alle Belle arti e Paesaggio Luciano Garella. Il caso della mini discarica all’interno del Palazzo reale di Napoli, arrivato addirittura in Parlamento, gli è ignoto. E quando ne viene informato non sembra scomporsi più di tanto. Ma tant’è.
Architetto come spiega l’accumulo dei rifiuti nel cortile del Palazzo?
«Sinceramente non so proprio a che a cosa si riferisce».
Appunto ai rifiuti accumulati, come documentano inequivocabilmente le foto pubblicate dal Corriere del Mezzogiorno.
«Per alcuni giorni sono stato lontano da Napoli. E non sempre ho potuto leggere le cronache locali. Non so che dirle, forse l’amministrazione ai Beni culturali sta effettuando dei lavori. E questo comporta l’accumulo per qualche giorno di materiali di risulta».
Va bene, ma se anche così
fosse, non sembra il modo corretto di smaltire rifiuti.
«Che dirle? Io sono responsabile solo in piccola parte del Palazzo reale. Non conosco i fatti, azzardo anche l’ipotesi che si sia trattato dell’effetto dello svuotamento di qualche magazzino».
Ma è possibile che nessuno l’abbia avvertita, le abbia segnalato
quello che stava accadendo?
«Per faccende del genere nemmeno mi disturbano. Esistono problemi ben più importanti».
Il presidente del comitato Portosalvo Antonio Pariante, che ha documentato il degrado, ce l’ha particolarmente con lei. E afferma che è stato il peggiore soprintendente degli ultimi anni. Cosa replica?
«Il signor Pariante, dico signore perché non so che titoli abbia, può dire quelle che ritiene opportuno. Le sue sono parole di un cittadino. Di lui però non vorrei parlare». Lui di lei però ha parlato. «Non mi meraviglio. Molto spesso ciancia in libertà. Non ho l’abitudine di rispondere a certe provocazioni. So solo che, dopo il mio arrivo a Napoli, sono stato cortese a riceverlo in ufficio e, come dire, da lui sono stato messo in soggezione. Io sarò anche il peggiore soprintendente di Napoli, ma alcune persone dovrebbero darsi una regolata. Le affermazioni vanno motivate. E poi, se non sbaglio, esistono anche alcune leggi a tutela delle istituzioni».
In realtà anche altre associazioni come quella intitolata a Mario Brancaccio hanno criticato il suo operato.
«Il rapporto con l’associazionismo può essere positivo se le associazioni svolgono un ruolo di stimolo e controllo. Diventa controproducente se si strumentalizzano fatti e situazioni per fare polemiche politiche».
Martedì prossimo la riunione per decidere il destino del corno. Lei ha negato il via libera alla installazione della struttura alla Rotonda Diaz. Ha avuto qualche ripensamento?
«Guardi, nelle mie funzioni, non posso permettermi di fare affermazioni solo per il gusto di farle. Se lo facessi, meriterei di essere chiamato scellerato. Si pensa, si valuta, si fanno sedimentare le opinioni. Ma poi si decide».
Dove potrebbe trovare spazio?
«Non compete a noi dare suggerimenti che potrebbero risultare addirittura improvvidi».
C’è la possibilità di ritrovarlo in piazza Plebiscito?
«No, perché c’è un vincolo specifico».
Promette di essere più attento a quello che accade nel cortile di “casa sua”?
«Darò un occhio al cortile, controllerò, voglio capire cosa è accaduto realmente. A me sembrerebbe un’esagerazione».