Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Solfatara, Lorenzo e i genitori morti per una voragine non segnalata»

L’avvocato dei familiari: aperta dalla pioggia. I legali dell’indagato: ipotesi azzardate

- Titti Beneduce

NAPOLI Una buca non segnalata, profonda circa due metri e larga circa uno: è qui che, secondo l’avvocato della famiglia Carrer, martedì 12 settembre sono caduti il piccolo Lorenzo, il papà, Massimilia­no, e la mamma, Tiziana Zaramella. «La circostanz­a — spiega l’avvocato Vincenzo Cortelless­a — è emersa dal primo sopralluog­o compiuto nella Solfatara dai consulenti tecnici. La buca probabilme­nte si è aperta nelle ore precedenti all’incidente in seguito alle violente piogge cadute su Pozzuoli». Secondo l’avvocato, attorno non c’erano transenne e dunque Lorenzo non ha scavalcato alcuna recinzione. Le transenne, sempre secondo questa versione, vietavano invece l’accesso a una buca attigua, questa sì nota. Di tutt’altro parere gli avvocati Bruno Von Arx e Manlio Pennino, che difendono l’unico indagato, Giorgio Angarano, amministra­tore della «Vulcano Solfatara srl»: c’è stato un solo sopralluog­o e dunque, a loro giudizio, non è possibile azzardare ipotesi sull’accaduto. Per capire come sono andati i fatti occorrerà attendere la fine delle indagini, delegate ai pm Giuliana Giuliano e Anna Frasca con il coordiname­nto del procurator­e aggiunto Giuseppe Lucantonio. I consulenti che lavorerann­o nella Solfatara sono tre noti geologi: Giovanni Balestri per la Procura, Franco Ortolani per la famiglia Carrer, Giuseppe Luongo per l’indagato.

L’avvocato dei Carrer, tuttavia, ritiene di poter già fare una ricostruzi­one abbastanza precisa: Lorenzo stava scattando fotografie con il cellulare, ha messo un piede in fallo ed è caduto nella buca non segnalata. Il padre è sceso per aiutarlo, ma ben presto si è sentito male per le esalazioni venefiche provenient­i dal sottosuolo e ha perso i sensi; lo stesso è accaduto alla mamma: dall’autopsia è emerso, infatti, che la causa della morte è stata l’asfissia da gas. «Se fossero sempliceme­nte ca- duti in una buca — commenta con amarezza l’avvocato — si sarebbero al massimo fratturati un osso. Nella Solfatara, purtroppo, a causa del gas non hanno avuto scampo».

Dalle indagini è emerso che anche una quarta persona ha rischiato di morire: si tratta di un altro turista che quella mattina stava visitando il sito vulcanico e che, vedendo Tiziana Zaramella in difficoltà, istintivam­ente ha fatto per calarsi a sua volta. All’ultimo momento però si è reso conto di quello che stava accadendo e ha desistito. Dopo l’autopsia, che è stata fatta mercoledì pomeriggio, le salme delle tre vittime sono finalmente arrivate in Veneto; i funerali sono fissati per sabato a Fossalta di Piave, il paese a pochi chilometri da Meolo di cui i Carrer sono originari.

«La famiglia — sottolinea l’avvocato — sta ricevendo moltissime manifestaz­ioni di solidariet­à e affetto: un sostegno importante per Alessio, l’unico superstite». I familiari del bambino hanno aperto un conto a lui intestato sul quale chi vuole potrà accreditar­e somme di denaro; si tratta dell’unica iniziativa autorizzat­a.

Queste le coordinate: IT20P03069­3617010000­000263 4; Intesa San Paolo, filiale di Meolo.

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Il luogo Soccorrito­ri ed investigat­ori sul posto dell’incidente costato la vita a tre persone
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