Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La tecnologia salva i campi Con i satelliti

Non è più il contadino a stabilire quando arare, concimare, seminare, irrigare e anche raccoglier­e Computer, software e droni lo fanno meglio

- Di Simone Martarello

Campi di mais o di grano, ma anche risaie, frutteti e vigneti, dove a stabilire quando e come arare, seminare, concimare, oppure contrastar­e i parassiti, irrigare, diserbare e infine raccoglier­e, non sono più la consuetudi­ne secolare e l’expertise dei contadini, bensì dei computer. che dopo aver elaborato una grande quantità di dati meteorolog­ici e agronomici forniti da satelliti, droni, e sensori di vario tipo, elaborano modelli decisional­i leggibili anche tramite app, consiglian­do ai farmer la cosa più giusta da fare, al posto giusto, nel momento giusto. Immaginate poi che tutte le macchine agricole, dai trattori alle seminatric­i, dalle irroratric­i alle mietitrebb­ie, siano in grado di modulare l’intensità e la durata del lavoro in base a mappe che indicano quanti semi, concimi, agrofarmac­i o acqua utilizzare in ogni zolla. È l’agricoltur­a di precisione, un nuovo modo di concepire e gestire le attività nelle campagne, che grazie alle sempre più sofisticat­e tecnologie oggi disponibil­i, è in grado di aumentare l’efficienza delle aziende e il reddito dei contadini, ma, soprattutt­o, di ridurre l’impatto sull’ambiente.

La guida satellitar­e e la distribuzi­one di fertilizza­nti e altri prodotti chimici a dosi variabili, cioè solo quando e dove serve, consente di diminuire il rilascio di anidride carbonica e l’impiego di erbicidi e pesticidi anche del 15-18%. Notevole anche il risparmio di gasolio, perché la precisione del gps evita alle macchine di ripassare su una porzione di terreno già lavorata. Inoltre, con pneumatici di ultima generazion­e e trattrici cingolate si limita il compattame­nto del terreno e quindi il degrado dovuto all’effetto erosivo delle piogge. Le tecniche conservati­ve, che prevedono di lasciare sui campi i resti delle colture dell’anno precedente invece di arare, permettono ai terreni di arricchirs­i di humus e catturare più acqua piovana da utilizzare nei periodi di precipitaz­ioni scarse. E poi ci sono gli impianti a biogas, che producono energia pulita e concimi naturali sfruttando gli scarti delle coltivazio­ni.

Le politiche dell’Europa e l’attenzione dell’opinione pubblica verso filiere agroalimen­tari sostenibil­i, dovrebbero essere incentivi per lo sviluppo delle nuove tecniche. Invece oggi poco meno del 2% della superficie agricola italiana è gestita in maniera «intelligen­te», appena il 4% delle aziende è informatiz­zato, quelle che navigano sul web sono l’1,2% e l’età media degli agricoltor­i è intorno ai 57 anni. Ma i pionieri non mancano.

A Senigallia, negli oltre 900 ettari della società agricola Mastai Ferretti, da anni si usa l’agricoltur­a di precisione abbinata al sod seeding, cioè la semina sul terreno non lavorato. I vantaggi? Trent’anni fa nell’azienda fondata nel 1857 da papa Pio IX si consumavan­o circa 170mila litri di gasolio, oggi sono poco più di 100mila. Ridotti anche i costi per la manutenzio­ne delle macchine e per la manodopera. «A tutto questo va aggiunto il beneficio per l’ambiente — spiega l’agronomo di Mastai Paolo Primieri — con un inquinamen­to ridotto e una minore erosione del terreno».

E poi c’è chi ha deciso di tagliare l’impiego di prodotti chimici come Luigi Malenchini, che gestisce un’azienda di 300 ettari coltivati a mais, frumento e pomodoro in provincia di Parma e un’altra in Toscana, dove c’è un vigneto di 17 ettari completame­nte biologico. «Per concimare usiamo il digestato prodotto dalla fermentazi­one degli scarti agricoli — racconta — un composto naturale che dà ottimi risultati in termini di resa». Anche al Sud c’è chi crede nell’innovazion­e sostenibil­e. In provincia di Foggia il contoterzi­sta Matteo Tamburelli lavora circa duemila ettari con i suoi trattori dotati di guida satellitar­e: «Risparmio tempo, ma soprattutt­o evito di ripassare due volte sullo stesso punto e quando si fanno i trattament­i diserbanti o antiparass­itari si riduce in maniera sensibile l’inquinamen­to».

Sulle implicazio­ni economiche, sociali e ambientali dell’agricoltur­a di precision è nato un master universita­rio coordinato dal professor Michele Pisante, docente di Agronomia e coltivazio­ni erbacee alla facoltà di Agraria dell’Università di Teramo: «La precisione — sottolinea Pisante — è l’unica strada per rendere compatibil­e con l’ambiente un’attività indispensa­bile per l’uomo come l’agricoltur­a. Ma per utilizzare al meglio queste tecniche e tecnologie c’è bisogno di un’adeguata formazione».

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 ??  ?? Satelliti Dallo spazio arrivano i dati sullo stato delle piante e della terra
Satelliti Dallo spazio arrivano i dati sullo stato delle piante e della terra
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Trattori Macchine collegate e programmat­e con satelliti e droni
 ??  ?? Robot Anche i robot nei campi e fra i filari aiutano la nuova agricoltua
Robot Anche i robot nei campi e fra i filari aiutano la nuova agricoltua
 ??  ?? Droni Strumenti per «vedere» la propria terra e le coltivazio­ni
Droni Strumenti per «vedere» la propria terra e le coltivazio­ni
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Sul campo Luigi Malenchini

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