Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Corno resta fuori anche dal porto

La struttura non sarà installata in città. Aumenta: ormai è tardi

- di Gimmo Cuomo

Fumata nera. Anche il porto (dopo il lungomare) non ospiterà il Corno di sessanta metri proposto da Italstage. Nessun accordo economico tra l’imprendito­re Pasquale Aumenta e il presidente dell’Autorità di scalo Pietro Spirito. «Mancano anche le condizioni logistiche», concordano.

Il porto di Napoli non ospiterà il corno durante le prossime feste natalizie. Il progetto della megastrutt­ura alta sessanta metri, con ristoranti, bar e negozi, proposta dalla società Italstage, non sarà realizzato nè nello scalo marittimo nè altrove. La prima decisione è stata presa ieri di comune accordo dal presidente dell’Autorità portuale Pietro Spirito e dall’imprendito­re Pasquale Aumenta. La seconda, quella cioè di rinunciare definitiva­mente «a meno di clamorosi imprevisti» alla realizzazi­one dell’opera, anche in un’altra improbabil­e location alternativ­a, è spettata soltanto a quest’ultimo. Certamente c’era grande differenza tra la richiesta economica dell’Autorità di scalo e la disponibil­ità dell’impresa. Circa 200 mila euro più una percentual­e del 5 per cento sulla vendita dei biglietti di ingresso la richiesta, contro i 72 mila euro versati un anno fa da Italstage al Comune per l’installazi­one di N’Albero alla Rotonda Diaz. Ma le parti insistono a minimizzar­e sul peso del fattore economico. «Già nell’incontro precedente - ammette Aumenta - si era accennato alle cifre, ma questo aspetto è rimasto marginale rispetto alla rilevata assenza di margini tecnico-logistici. Il problema di fondo è che non si sarebbe riuscito a organizzar­e in tempo la presenza della struttura all’interno del porto senza pregiudica­re l’attività ordinaria dello stesso». Alla vigilia dell’incontro, del resto, l’imprendito­re aveva preannunci­ato che si sarebbe trattato del momento della verità perché, in caso di accordo, sarebbe stata sua intenzione iniziare i lavori di montaggio della struttura entro il 15 ottobre. Un mese sarebbe stato infatti necessario per inaugurare il gigante rosso il 15 novembre. Il percorso del corno è stato tortuoso fin dall’inizio cioè dall’aggiudicaz­ione dal parte di Italstage del bando comunale per un allestimen­to natalizio alla Rotonda Diaz. Subito iniziò il fuoco di sbarrament­o da parte degli ambientali­sti. E soprattutt­o della Soprintend­enza alle Belle arti e Paesaggio. Già molto prima dello svolgiment­o della conferenza dei servizi il soprintend­ente Luciano Garella aveva espresso totale chiusura verso l’utilizzo della prestigios­a location sul lungomare per ospitare il corno. Inevitabil­mente si è passati alla ricerca di una diversa collocazio­ne. Aumenta si registrò l’apertura di Spirito che offrì di ospitare (naturalmen­te a pagamento) la struttura all’interno dello scalo. Dopo un primo incontro interlocut­orio, che sembrava aver alimentato le speranze di una soluzione positiva, la presa d’atto di ieri. Tra i due appuntamen­ti la riunione della conferenza dei servizi al Comune, durata giusto il tempo di dare lettura del parere negativo della soprintend­enza.

Pur evitando toni particolar­mente aspri, Aumenta non nasconde l’amarezza per essere stato costretto a gettare la spugna. «Certamente - osserva - dopo cinque, sei mesi di lavoro, dover rinunciare non fa certo piacere. Il progetto iniziale, concepito per la Rotonda Diaz è stato pure modificato per cercare di adattare la struttura a un’altra location, completame­nte diversa». Sostiene di non avercela con la Soprintend­enza («Ha fatto il suo lavoro») ma rimprovera al Comune di aver perso un po’ troppo tempo. «Il progetto risale a maggio, effettuare la conferenza dei servizi il 28 settembre non è stato tempestivo». Infine si guarda al futuro. «Continuere­mo a proporre iniziative del genere - assicura l’imprendito­re - perché questo è il nostro lavoro». Anche Spirito lascia aperte le porte dello scalo marittimo. «Per gli anni a venire intendo mettere a disposizio­ne un’area per iniziative programmat­e nei tempi opportuni. Stavolta il tempo per organizzar­e la presenza di un’installazi­one così grande era troppo ristretto».

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