Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rossi Doria: Lamberti ha fatto tanto per i giovani Trovo sia più che giusto intitolargli l’ex Capalc
L’ex sottosegretario all’Istruzione, Rossi Doria: buona idea, aveva un concetto di legalità non formalistica
NAPOLI «Amato Lamberti ha fatto molto per la scuola, dedicargli un istituto mi sembra una buona idea». Così l’ex sottosegretario all’Istruzione, Marco Rossi Doria, commenta la proposta di Angela Cortese di intitolare l’ex Capalc di via Terracina al sociologo scomparso cinque anni fa. «Aveva un’idea della legalità non formalistica. Era convinto che bisognasse lavorare con le persone per combattere la criminalità» ricorda il maestro di strada.
Lamberti, in qualità di presidente della Provincia, si impegnò per la messa in sicurezza delle scuole. Un problema quanto mai attuale, come ha evidenziato il recente rapporto di Cittadinanza attiva, secondo il quale in Campania 9 scuole su 10 risultano fuori legge. «I dati sono allarmanti in tutta Italia - dice Rossi Doria - Ci vorrebbero quelle che un tempo si chiamavano politiche keynesiane. Per mettere in si- curezza 40mila edifici serve un piano per lo meno decennale, che non può essere realizzato senza un patto tra le forze politiche. Devo riconoscere tuttavia che rispetto a 5 anni fa qualcosa si è mosso, ma c’è ancora troppa burocrazia e soprattutto troppa difficoltà nel decidere». L’ex sottosegretario sottolinea che non basta rafforzare la staticità delle strutture, ma è necessario anche adeguarle ai canoni di sostenibilità ambientale. «La maggior parte degli edifici scolastici italiani sono strutture pensate per una didattica frontale, di tipo novecentesca. Oggi serve altro e, per fortuna, ci sono comuni, anche in Campania, che pensano finalmente a spazi mobili, che possano essere usati tutti i giorni anche al di fuori dell’orario scolastico per attività che coinvolgano la cittadinanza». Oltre che per l’edilizia scolastica il Sud rimane indietro sul tempo pieno. Secondo i dati, diffusi dal sindacato Anief, nel Mezzogiorno un bambino su sei ne rimane tagliato fuori. Al Nord invece più del 50% degli iscritti aderisce al tempo pieno. «Questo divario è uno dei maggiori sintomi della povertà educativa minorile. Il tempo pieno non va solo letto in termini di prevenzione del disagio, ma come uno strumento di crescita» sottolinea l’insegnante, che siede nel Comitato scientifico sulla povertà educativa in Italia promosso da Save the Children. «In quelle ore un bambino dovrebbe poter imparare a leggere meglio. Deve poter fare un esperimento o partecipare a un laboratorio teatrale. Solo così può credere in se stesso e diventare più sicuro» aggiunge Rossi Doria che domani, insieme a molti altri colleghi, aderirà a uno sciopero della fame in difesa dello ius soli e dello ius culturae. «Da sottosegretario conclude - ho voluto fortemente che nelle indicazioni nazionali per il curriculum fosse sottolineata l’educazione alla cittadinanza attiva come parte fondativa del nostro lavoro. Questo non è possibile senza una battaglia per la cittadinanza piena dei bambini nati in Italia da famiglie non italiane».
Nord-Sud Divario sul tempo pieno è sintomo della povertà educativa