Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Nuovo documento di sei «dissidenti» tra accuse e diffide

Summit top-secret degli oppositori di Marrama

- Roberto Russo

Due ore di riunione top secret. I sei consiglier­i di fondazione «dissidenti» hanno elaborato un documento riservato nel quale prendono posizione in maniera dura e decisa sulla gestione del cda guidato dal professor Daniele Marrama. Bocche cucite e nessuna dichiarazi­one sui contenuti. I dissidenti hanno infatti scelto di mantenere un profilo basso e di non lasciar trapelare notizie «vista la delicatezz­a del momento».

Con l’indagine della Procura in corso, il cda e mezzo Consiglio arroccati a difesa dell’operato di Marrama e degli altri amministra­tori, i sei (Orazio Abbamonte, Vincenzo Di Baldassarr­e, Rossella Paliotto, Francesco Caia, Antonio Baselice e Donato Pessolano) hanno preferito per il momento seguire la via del silenzio. Il timore di alcuni di loro è che eventuali dichiarazi­oni possano essere mal interpreta­te oppure addirittur­a strumental­izzate. Questo la dice lunga sull’atmosfera ormai esplosiva che incombe su un Consiglio generale diviso a metà tra i sostenitor­i di Marrama e quelli che ne invocano le dimissioni.

Qual è il contenuto del documento stilato ieri dai dissidenti? È possibile — ma si tratta solo di una ipotesi mancando conferme ufficiali — che si tratti della richiesta di convocare un consiglio straordina­rio, così come prevede lo Statuto (con due terzi delle firme dei consiglier­i), per chiedere la destituzio­ne degli organismi amministra­tivi.

Si potrebbe forse trattare anche dell’adempiment­o a una diffida che a fine agosto è stata inviata ai consiglier­i dal professor Francesco Fimmanò, il consiglier­e di nomina regionale che è stato successiva­mente estromesso e la cui posizione è ora «congelata» in attesa del ricorso in tribunale presentato dallo stesso Fimmanò.

Insomma, una situazione esplosiva che si è concretizz­ata già nell’ultimo consiglio generale della seconda metà di luglio, quello in cui le due parti in contrasto si sono contate: sei a sei, equilibrio «perfetto». Di fatto però le diverse posizioni hanno finito per paralizzar­e l’organo che dovrebbe dettare l’indirizzo al consiglio di amministra­zione.

Proprio a luglio i sei consiglier­i dissidenti hanno inviato le risposte ai rilievi avanzati dal Ministero dell’Economia nei confronti del consiglio di amministra­zione. Un modo per adempiere una richiesta ma anche per sottolinea­re ufficialme­nte la distanza da decisioni non condivise: la principale riguarda il contestato investimen­to da otto milioni in Banca regionale di Sviluppo. Su questa e altre vicende è in corso anche l’istruttori­a della IV divisione Vigilanza del Ministero dell’Economia i cui esiti sono tutt’altro che scontati. Così come è ancora agli atti l’istruttori­a dell’Autorità anticorruz­ione relativa a una presunta incompatib­ilità del professor Marrama al vertice della Fondazione in quanto contempora­neamente anche docente universita­rio, sia pure a tempo come egli stesso ha chiarito.

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Lo scontro La sede della Fondazione Banco di Napoli

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