Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nuovo documento di sei «dissidenti» tra accuse e diffide
Summit top-secret degli oppositori di Marrama
Due ore di riunione top secret. I sei consiglieri di fondazione «dissidenti» hanno elaborato un documento riservato nel quale prendono posizione in maniera dura e decisa sulla gestione del cda guidato dal professor Daniele Marrama. Bocche cucite e nessuna dichiarazione sui contenuti. I dissidenti hanno infatti scelto di mantenere un profilo basso e di non lasciar trapelare notizie «vista la delicatezza del momento».
Con l’indagine della Procura in corso, il cda e mezzo Consiglio arroccati a difesa dell’operato di Marrama e degli altri amministratori, i sei (Orazio Abbamonte, Vincenzo Di Baldassarre, Rossella Paliotto, Francesco Caia, Antonio Baselice e Donato Pessolano) hanno preferito per il momento seguire la via del silenzio. Il timore di alcuni di loro è che eventuali dichiarazioni possano essere mal interpretate oppure addirittura strumentalizzate. Questo la dice lunga sull’atmosfera ormai esplosiva che incombe su un Consiglio generale diviso a metà tra i sostenitori di Marrama e quelli che ne invocano le dimissioni.
Qual è il contenuto del documento stilato ieri dai dissidenti? È possibile — ma si tratta solo di una ipotesi mancando conferme ufficiali — che si tratti della richiesta di convocare un consiglio straordinario, così come prevede lo Statuto (con due terzi delle firme dei consiglieri), per chiedere la destituzione degli organismi amministrativi.
Si potrebbe forse trattare anche dell’adempimento a una diffida che a fine agosto è stata inviata ai consiglieri dal professor Francesco Fimmanò, il consigliere di nomina regionale che è stato successivamente estromesso e la cui posizione è ora «congelata» in attesa del ricorso in tribunale presentato dallo stesso Fimmanò.
Insomma, una situazione esplosiva che si è concretizzata già nell’ultimo consiglio generale della seconda metà di luglio, quello in cui le due parti in contrasto si sono contate: sei a sei, equilibrio «perfetto». Di fatto però le diverse posizioni hanno finito per paralizzare l’organo che dovrebbe dettare l’indirizzo al consiglio di amministrazione.
Proprio a luglio i sei consiglieri dissidenti hanno inviato le risposte ai rilievi avanzati dal Ministero dell’Economia nei confronti del consiglio di amministrazione. Un modo per adempiere una richiesta ma anche per sottolineare ufficialmente la distanza da decisioni non condivise: la principale riguarda il contestato investimento da otto milioni in Banca regionale di Sviluppo. Su questa e altre vicende è in corso anche l’istruttoria della IV divisione Vigilanza del Ministero dell’Economia i cui esiti sono tutt’altro che scontati. Così come è ancora agli atti l’istruttoria dell’Autorità anticorruzione relativa a una presunta incompatibilità del professor Marrama al vertice della Fondazione in quanto contemporaneamente anche docente universitario, sia pure a tempo come egli stesso ha chiarito.